Politica

La scure del Garante su Rousseau. E in Sicilia pasticci nel voto on line

L'Authority ha chiuso l'istruttoria sulla privacy violata degli iscritti. Casaleggio: «Recepito i rilievi, ora c'è più sicurezza»

La scure del Garante su Rousseau. E in Sicilia pasticci nel voto on line

Rousseau, ancora tu. La storia travagliata della piattaforma web di democrazia diretta del Movimento Cinque Stelle, a ogni votazione online, si arricchisce di una nuova puntata. In questi giorni di consultazioni per la lotteria delle Europarlamentarie sono riaffiorati i dubbi di sempre. Tra sospetti e denunce di candidati depennati dalle liste senza alcun motivo. Come anticipato ieri dal Foglio, dovrebbe arrivare a breve l'esito dell'istruttoria avviata dal Garante della Privacy sulla piattaforma e su Casaleggio, in quanto responsabile del trattamento dei dati personali degli iscritti. Secondo quanto filtra, l'Authority potrebbe contestare all'imprenditore, gestore di Rousseau, la possibilità di risalire a informazioni su operazioni di voto e identità degli utenti attraverso i numeri di cellulare, quella che è definita «obsolescenza» tecnologica del sistema e la manipolabilità, almeno teorica, degli esiti delle votazioni. Curiosa è stata la replica di Casaleggio con un post sul Blog delle Stelle. Senza menzionare l'articolo del quotidiano, il capo di Rousseau ha risposto, annunciando lo sviluppo della «nuova piattaforma Rousseau». E ha specificato: «Siamo orgogliosi dei risultati raggiunti, anche se c'è ancora molto da fare. L'Area Voto oggi utilizza tecnologie nuove ed efficienti». Infine, sul fronte privacy: «Abbiamo fatto tesoro delle osservazioni che il Garante aveva mosso in passato e siamo anche andati oltre, per garantire un alto standard di tutela per tutti gli iscritti».

Rassicurazioni a parte, c'è di più. Le falle della democrazia diretta, così come è stato ricostruito dal Giornale il 26 agosto 2018, potrebbero causare anche rogne penali a Beppe Grillo e Casaleggio junior. Una fonte conferma che l'esposto-denuncia presentato da alcuni dei circa 150mila iscritti all'Associazione dei Cinque Stelle costituita nel 2009 è ancora in piedi presso la Procura di Milano, dove è stato trasferito il fascicolo. Non è da escludere, quindi, un'accusa di trattamento illecito dei dati personali per quanto riguarda la controversa autorizzazione concessa da Grillo a Rousseau per il trattamento dei dati.

A tutto questo si aggiungono le polemiche sulla gestione delle Europarlamentarie. In Sicilia regna il caos. Gli esclusi al primo turno stanno mettendo nel mirino addirittura il ruolo di Giancarlo Cancelleri, plenipotenziario di Di Maio nell'Isola e membro del team di Rousseau in quanto responsabile della funzione della piattaforma chiamata Call to Action. A colpire sono due sfoghi pubblici, entrambi affidati a Facebook. Riccardo Sangrigoli scrive, incredibilmente, di essere sicuro di aver ottenuto 450 voti. «Vorrei ringraziarvi tutti e 450 - spiega - grazie per avermi ispirato e contattato per confermare il vostro sostegno, so che vi chiederete perché, se eravate così tanti, nella lista ufficiale ne risultano soltanto 191». Poi continua: «L'unico che può gestire questi dati in Sicilia è il signor Giancarlo Cancelleri», e conclude «posso confermarvi che è successo a diversi candidati». Sergio Mastrilli, attivista di Catania, denuncia così la mancata accettazione della candidatura: «Non ho subito nessun tipo di segnalazione, né avevo cause ostative che mi impedivano di candidarmi. Ho sempre rispettato rigidamente le regole». Quindi pubblica la spiegazione dello Staff del M5s: «Lo staff sostiene che io, dopo aver compilato il profilo, non abbia inviato la candidatura». E informa che nessun altro candidato ha ricevuto un' email di conferma dell'avvenuto invio.

Lo Staff non perdona, ma (forse) nemmeno i tribunali e il Garante della Privacy.

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