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"Se ci saranno morti e infetti sarà colpa di questi politici"

Il rappresentante dei presidi scolastici contro la norma

"Se ci saranno morti e infetti sarà colpa di questi politici"

«Il diritto alla salute di tutti i bambini, soprattutto di quelli più deboli, va sempre tutelato. Invece con questo tira e molla sui vaccini si assiste ad un inaccettabile braccio di ferro politico. Se però qualcuno muore o si infetta, la responsabilità di questo delitto ricadrà interamente sui parlamentari che lo hanno permesso nonostante gli avvertimenti lanciati dalla comunità scientifica». Paolino Marotta, presidente dell'Andis, è la voce della più grande Associazione di dirigenti scolastici italiani che a ridosso di ferragosto si sono presi una pausa di ferie. In attesa di un settembre nero.

Il ministro della Salute suggerisce classi blindate per i bambini immunodepressi. Cosa ne pensa?

«Dico che chi ha ideato una strategia del genere non è mai entrato in una scuola e non ha la minima idea di cosa succede ogni giorno. I bambini girano dappertutto, nei corridoi, in bagno, in mensa e soprattutto girano più velocemente i loro germi e batteri. Noi non abbiamo gli strumenti per proteggere gli studenti dalle malattie. Ma in Parlamento dovrebbero mettersi una mano sulla coscienza perché la responsabilità è tutta nelle loro mani».

Quindi voi dirigenti non potete trovare strategie di protezione?

«Noi siamo organi intermedi. Se ci dicono di far entrare tutti non possiamo chiudere i portoni della scuola. È doloroso ammetterlo, ma saremmo dei supervisori disarmati. Non riusciamo a difendere i più fragili, non è nelle nostre prerogative ma in quelle dell'autorità sanitaria».

Dunque lei che cosa propone?

«Di lasciare le cose come sono. Mi auguro che il Parlamento si ravveda e abolisca la possibilità di far entrare nelle scuole i bambini non vaccinati. Sarebbe una scelta immorale che non tiene conto dei diritti dei bambini immunodepressi».

E se invece non si cambierà idea?

«Sarà una decisione pesante e difficile da sopportare. È pura follia decidere di approvare una norma nonostante ci sia la consapevolezza che esista concretamente il rischio di eventi avversi».

Si è fatto un'idea sul perché di questo accanimento?

«È un braccio di ferro di gruppi politici che ascoltano più le fake news che gli scienziati. Ma hanno tirato troppo la corda. E non possono accollare alcuna responsabilità alle scuole che sono fin troppo oberate da problemi amministrativi».

Si riferisce all'autocertificazione?

«Quell'adempimento burocratico ormai l'abbiamo registrato come un obbligo in più. Ma ora non sarà più un criterio di selezione degli ammessi a scuola».

Dove sono finiti i bambini non vaccinati esclusi l'anno scorso?

«Alcuni sono stati sottoposti a profilassi e altri sono stati ritirati dalla scuola pubblica».

Ma non è la scuola dell'obbligo?

«In realtà è l'istruzione ad essere obbligatoria. E i genitori che dimostrano di avere capacità economica, tecnica e culturale possono assolvere all'obbligo di istruzione».

E dove studiano questi bambini?

«I no vax hanno creato delle scuole private alternative dove hanno riunito in una specie di comunità i bambini non vaccinati».

Ed è legale?

«Sono strutture private, ma a fine anno gli studenti devono sostenere un esame di idoneità pubblico. Però questa scelta funziona perché non sconvolge le regole attuali e non mette a rischio la salute dei bambini immunodepressi».

Dunque, per chi non vuole adeguarsi esiste un valido percorso alternativo?

«Certamente. Decidere di non vaccinare i figli è una scelta familiare così come lo è ritirarli dalla scuola pubblica dove possono far correre rischi ad altri bambini innocenti».

Lei ha figli?

«Figli e nipoti, tutti vaccinati. E da padre e nonno sono molto preoccupato. Noi non abbiamo paura che la medicina ufficiale ci prenda in giro.

I no vax, invece, credono più ai messaggi che girano su Facebook piuttosto che alle statistiche scientifiche».

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