Cronache

Se ora a scuola è vietato anche pregare

Se ora a scuola è vietato anche pregare

Vietato pregare. Una volta era vietato bestemmiare e qualcuno si ricorderà gli appositi cartelli con tanto di richiamo all'articolo 724 del codice penale. Ma siamo nel 2017, la bestemmia è stata depenalizzata e adesso nel mirino del mondo capovolto c'è la preghiera. Il dirigente scolastico (ovvero preside) di una scuola primaria e dell'infanzia (ovvero elementare e asilo) di Palermo ha diramato una circolare che vieta agli insegnanti di far recitare le preghiere ai pargoli. «Ci sarebbe nella nostra scuola l'usanza, da parte di alcuni docenti, di far pregare i bambini prima dell'inizio delle lezioni o di far intonare canzoncine benedicenti prima della consumazione della merenda». Che usanze primitive! In effetti, grazie a salutismo e veganesimo, oggi il cibo si tende più a maledirlo che a benedirlo... Dunque bisognava correre ai ripari e il signor preside oltre a scrivere la circolare ha fatto rimuovere un'immagine di Papa Francesco e la statuina della Madonna, considerandola non a torto un'istigazione a recitare l'Ave Maria. Che poi, la vogliamo analizzare questa preghiera così pericolosa per le giovani menti? Che il problema sia il nome Maria? Troppo cattolico, troppo tradizionale: forse un'orazione che cominciasse con un «Ave Aisha» o un «Ave Samantha» sarebbe più accettabile. Oppure che sia quel «piena di grazia»? Fin da piccolo un cittadino democratico dev'essere invece pieno di indignazione, concentrato soprattutto sulle disgrazie. «Il Signore è con te» profuma di maschilismo, di sessismo, mentre «la Signora è con te» potrebbe piacere perfino alla Boldrini. «Benedetto il frutto del tuo seno» nasconde un elogio della maternità, ovviamente sgradito a chi promuove unioni omosessuali e utero in affitto. «Madre di Dio» rischia di turbare le piccole maomettane. «Ora e nell'ora della nostra morte» è un versetto obsoleto come una cabina a gettoni, i futurologi californiani assicurano che fra trent'anni diventeremo immortali e la Silicon Valley è il nuovo Sinai, oggi arriva da lì la verità rivelata. O che il problema consista nel conclusivo «Amen»? Nella Sicilia che gli sbarchi stanno riempiendo di saraceni come nel IX secolo, una parola ebraica sa di provocazione.

Credo siano tutte ipotesi valide ma temo che il problema principale sia esattamente il pregare, a prescindere dalle parole utilizzate. Perché il moderno narcisista, ubriaco di autosufficienza, dalla preghiera si sente sminuito. Nicolás Gómez Dávila ha scritto che «cessata l'ultima preghiera, l'universo svanirà nel nulla».

E la decisione del preside palermitano serve a ricordarci che la scuola italiana dal nulla è irresistibilmente attratta e verso il nulla è irrimediabilmente diretta.

Commenti