Politica

Se la sinistra scopre che Monti è cattivo

Il premier prosegue la polemica con il Professore: "Volevano svendere il Paese con il fiscal compact"

Se la sinistra scopre che Monti è cattivo

Roma - Niente «lezioncine» sull'Europa da chi dopo tanti errori pretende di far la morale agli altri. Dal palco dell'assemblea del Pd, Matteo Renzi prosegue il round a distanza con Mario Monti, iniziato in Senato 5 giorni fa. E sottolinea con orgoglio le differenze con l'ex premier: «Noi siamo la politica e non la tecnica. Noi abbiamo fatto il Jobs Act non gli esodati, l'Expo e non i Marò, abbiamo tolto il patto di Stabilità, abbassato le tasse, parlato di crescita e non di austerità».Noi, loro. Il segretario dem colpisce duro quelli che volevano «svendere e appaltare il Paese a suon di fiscal compact». Dice: «Noi vogliamo cambiare l'Italia», perché «fuori dai loro pregiudizi c'è un'Italia di persone perbene, che non meritano i giudizi moralistici», che «non parlano inglese con l'accento giusto ma capiscono l'italiano».Renzi ha certo letto sul Corriere della Sera la lettera di Monti che, per certi versi, suona distensiva, sottolinea più i punti di consenso che le divergenze con il premier, invita al dialogo. Ma il passaggio sull' «uso spregiudicato dell'Europa» l'ha fatto andare su tutte le furie: «A chi dice che Renzi usa l'Ue per il consenso immediato rispondo che non ho mai sentito frase più allucinante, perché è un tema che non si presta a risultati e al consenso immediato sia da punto di vista esterno, di correggere la rotta, sia interno, per cambiare il dibattito dentro il Paese».Il premier rimette a posto non solo Monti, ma anche il suo successore Enrico Letta e tutto l'entourage. «Noi non siamo - dice - dalla parte degli illuminati aristocratici con tanti veti e pochi voti, che hanno dimostrato che non sempre con loro le cose vanno dalla direzione giusta». Noi e loro, ancora. I professori, i bocconiani, gli editorialisti. «C'è una distanza siderale tra noi e una presunta classe dirigente che pontifica da università, giornali e salotti, che per decenni ha fatto la morale alla politica per apparire cool all'ora dell' aperitivo o del brunch».

Parla del think tank VeDrò fondato da Letta, ma forse anche degli attacchi di Ferruccio De Bortoli dal CorSera.

Commenti