Cronache

Se la toga buonista "tifa" per gli abusivi

Per il procuratore di Savona il termine "extracomunitario" è negativo. E non considera prioritari i controlli

Se la toga buonista "tifa" per gli abusivi

Alassio (Sv) - Ne fa una questione teorica e pratica. Alta e insieme concreta. Altro che tolleranza zero, pattuglioni misti e lotta senza quartiere agli abusivi, padroni assoluti della spiaggia frequentata dalla borghesia milanese e piemontese. Lui, Francantonio Granero, procuratore della repubblica di Savona, predica come nemmeno un cappuccino e invece di andare all'attacco come un generale contro il nemico numero uno dei negozianti e dei commercianti, offre agli abusivi una sorta di salvacondotto. Prima sul piano lessicale, poi sul terreno della legge. Con tanto di circolare annunciata addirittura nel 2011, Granero spiega che il termine «extracomunitario» ha ormai un connotato negativo e dunque dispone che negli atti giudiziari si utilizzi la dizione «cittadini stranieri» proponendo la parità assoluta, anche aprendo il vocabolario, con i «cittadini italiani».

Sottigliezze? Non proprio, perché con un'altra nota, questa volta del 2012, il campione del politicamente corretto detta le linee della sua rivoluzione giudiziaria e lancia un messaggio «pacifista»: no a crociate contro l'abusivismo. Insomma, il magistrato disarma a modo suo i vigili che giorno per giorno, un sequestro dopo l'altro, cercano di arginare un fenomeno quasi inarrestabile. E devastante per Alassio, la piccola capitale dello shopping, con una concentrazione di esercizi commerciali, fra il Budello e via Dante, che ha pochi rivali in Italia e addirittura in Europa.Scrive dunque Granero, invocando «il rigoroso rispetto dei diritti costituzionali in tema di libertà individuale. E dignità della persona». Come interpretare questo appello? Granero calibra subito dopo la ricaduta della sua omelia: «Penso ai pattuglioni, all'inseguimento sulle spiagge e nelle piazze di ragazzi di colore con pattuglie della polizia in gran numero per processi che finiscono poi per produrre solo grande carta e mucchi di materiale sequestrato che, dopo tempi lunghissimi, finisce alla Caritas. Per non parlare di custodie preventive che durano oltre al normale».

Insomma, le tattiche e le strategie studiate dai vari comandanti della polizia municipale, ad Alassio, ma in realtà in tutta la Liguria e in mezza Italia, vengono di fatto sconfessate dal primo rappresentante della legalità. Che poi chiude la sua riflessione con una spruzzata terzomondista: «Perché non cercare mai di arrivare alla fonte della contraffazione? Magari dietro c'è la criminalità organizzata o più semplicemente lavoratori che sfruttano il lavoro nero, esattamente come fanno le grandi griffe». Certo, l'idea di colpire le centrali del falso non è affatto banale, ma è proprio ciò che tocca, o più prudentemente toccherebbe, alle procure. Delle due l'una: o si militarizza, per usare un termine oggi di moda, il territorio con continui controlli a pettine o si avviano indagini d' intelligence molto complesse per stroncare il fiume dell'abusivismo alle sorgenti. Granero preferisce prendersela con i blitz degli uomini in divisa, giudicati inutili, e con le grandi case che sfrutterebbero la manodopera meno attrezzata. E intanto bandisce la parola «extracomunitario» dal suo vocabolario.

Gli abusivi sono stati più svelti: hanno strappato dal loro dizionarietto le pagine della «legge» e della «legalità».

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