Cronache

Sea Eye, Berlino scarica sull'Ue. È lite sullo sbarco dei bambini

Alan Kurdi al largo di Lampedusa. La Germania vuole la regia europea. L'Ong si rifiuta di dividere le famiglie

Sea Eye, Berlino scarica sull'Ue. È lite sullo sbarco dei bambini

La Germania fa la furbetta: i migranti della Alan Kurdi possono scendere in Italia e poi anche i tedeschi potranno farsene carico. Insomma, tutti accoglienti con i porti degli altri. La nave della Ong Sea Eye, che qualche giorno fa aveva recuperato 64 immigrati in acque Sar libiche, contravvenendo alle leggi internazionali, fino a ieri mattina si è mantenuta a debita distanza dalle coste italiane, anche a causa della direttiva emessa dal Viminale con cui si vieta espressamente l'approdo in porti italiani, che per volere del ministro dell'Interno, Matteo Salvini, restano chiusi.

Berlino è pronta «a contribuire all'accoglienza», ma con qualche condizione, perché i tedeschi non si sentono gli unici responsabili del dover dare un alloggio a questa gente. «Deve essere un'azione comunitaria»: ha tuonato il ministro dell'Interno tedesco Horst Seehofer.

Il Viminale per adesso, però, non ha autorizzato sbarchi, a parte quelli di donne e bambini, che però, come spiegato dal ministro Salvini, «si rifiutano di scendere dalla nave». Il vicepremier è categorico: «Non ci resta che augurare buon viaggio verso Berlino». Il via libera per due bambini di 1 e 6 anni e delle rispettive madri, oltre che di una donna incinta, era stato dato, ma dalla Alan Kurdi fanno sapere: «L'Italia ha offerto di evacuare 2 bambini e le loro madri. L'accordo con il governo tedesco era tuttavia che le famiglie sarebbero state evacuate. Non faremo alcuna separazione familiare attiva! Questa è una tortura emotiva e mette in pericolo il benessere del bambino».

Tornando alla Germania, Seehofer ha criticato l'Europa per il suo apparente immobilismo: «Siamo ancora a miglia di distanza da una soluzione europea. La Commissione dovrebbe essere molto, molto più attiva». E chiede che la Commissione Ue assuma il coordinamento della vicenda, affinché anche altri Paesi decidano di accogliere i migranti.

Ma Salvini controbatte, ricordando che la nave di Sea Eye «ha raccolto il suo carico di esseri umani a 25 miglia dalla costa libica e ne ha percorse 172 per avvicinarsi all'Italia, quindi mettendo a rischio la vita di decine di persone per un motivo evidentemente economico e politico».

Sulla vicenda attacca anche l'attivista Luca Casarini, indagato per la vicenda della Mar Jonio: «È l'ennesima violazione di ogni principio di umanità. Una vergogna assoluta».

Da chiedersi dove stia l'umanità, visto che è ormai davanti agli occhi di tutti che i migranti partono dalle coste della Tripolitania ogni volta che una nave Ong si trova nelle immediate vicinanze. Un'accusa sostenuta anche dalla Guardia costiera libica, che con una nota ha specificato che le imbarcazioni dei volontari del soccorso vanificano il loro lavoro e «collaborano con i trafficanti di esseri umani». Intanto, da Alarm Phone, il servizio di chiamate sos per migranti, tutto tace.

Nonostante le richieste delle registrazioni delle chiamate fatte dal barcone con 64 persone, nessuno risponde. Che siano davvero partite?

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