Cronache

Sea Watch, Rackete arrestata. Sfiorata la strage buonista

Forza il blocco a Lampedusa e sperona una motovedetta della Gdf. Il procuratore: «Violenza ingiustificabile»

Sea Watch, Rackete arrestata. Sfiorata la strage buonista

Nelle prime ore di ieri la nave Sea Watch 3 muove verso il porto di Lampedusa. Il comandante, la 31enne Carola Rackete, è determinata a fare sbarcare i 40 migranti a bordo. Non intende più aspettare che i Paesi dell'Ue si accordino per la loro ripartizione e invoca lo stato di necessità. Avanti tutta. La nave forza il blocco, disobbedendo di nuovo all'alt della Guardia di finanza che ha pure rischiato grosso tanto che, al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e alla violenza o resistenza a nave da guerra, si aggiunge il reato di tentato naufragio.

È l'1.50 quando, con una manovra pericolosa, la nave attracca al molo speronando la motovedetta delle Fiamme gialle. Sono i finanzieri a raccontare: «Abbiamo rischiato di morire schiacciati da un bestione di 600 tonnellate, sono stati momenti di puro terrore nella notte. Dicono di salvare vite umane e poi rischiano di ammazzare uomini dello Stato. Da parte del comandante è stata un'azione criminale. La motovedetta è rimasta schiacciata sulla banchina. Se ci fosse stato maestrale come questa mattina sarebbe stata una tragedia».

Alle 3 Rackete scende dalla nave con i finanzieri per raggiungere la caserma. «Non volevo speronarvi». Si è scusata così, ma la sua azione ha messo a rischio l'incolumità dei militari e adesso la motovedetta dovrà andare in cantiere per le riparazioni. «Comportamento criminale della comandante (tedesca) della nave pirata (olandese) che ha tentato di schiacciare contro la banchina del porto una motovedetta della Guardia di Finanza, con l'equipaggio a bordo, mettendo a rischio la vita degli agenti. Delinquenti! - ha commentato su Facebook il ministro dell'Interno Matteo Salvini -. Io sto con le Forze dell'Ordine, io sto con la Legge, io sto con l'Italia».

Parole dure anche dal procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio: «Le ragioni umanitarie non possono giustificare atti di inammissibile violenza nei confronti di chi in divisa lavora in mare per la sicurezza di tutti». Solo l'ex sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, di centrosinistra, la vede diversamente: «La nave non ha speronato la motovedetta, mi chiedo che senso ha mettersi di traverso davanti a una nave così grossa. Ho la sensazione che la Guardia di finanza abbia provocato l'incidente».

Il comandante Rackete, che è uscita dalla caserma alle 9, è andata ai domiciliari in una casa di Lampedusa, dove attenderà di essere sentita dal pm nei primi giorni della settimana. Questo perché è stata arrestata in flagranza di reato per la violazione dell'Articolo 1100 del codice della navigazione, ovvero il reato di resistenza o violenza contro nave da guerra. Entro 48 ore la procura dovrà chiedere al gip la convalida dell'arresto e quest'ultimo ha altre 48 ore per fissare l'udienza. La procura dovrà valutare anche il comportamento dell'equipaggio, cui potrebbe essere contestato il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, mentre nessun reato è contestato ai parlamentari di sinistra a bordo.

Dal prefetto di Agrigento, Dario Caputo, è stato applicato il dl sulla Sicurezza bis con una sanzione al comandante, all'armatore e al proprietario della nave di 16mila euro ciascuno. Dovranno pagare o contestare, altrimenti, dopo 30 giorni, la cifra potrà lievitare fino al massimo previsto di 50mila euro.

La Ong ritiene di «non avere avuto scelta» e addirittura, anziché fare ammenda per avere infranto la legge, accusa: «La violazione è stata non del comandante, ma delle autorità che non hanno assistito la nave per 16 giorni».

Commenti