Guerra in Israele

"Segnali per un accordo". Ma nei raid a Gaza morti altri dieci ostaggi

Gantz: "Si può andare avanti su un'intesa". La Knesset vota contro la nascita unilaterale dello Stato palestinese

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Israele attacca i Pasdaran in Siria e chiude la porta a un futuro Stato palestinese. Un micidiale raid dello Stato ebraico ha preso di mira il quartiere residenziale di Kafr Sousa di Damasco. Il bilancio provvisorio è di tre morti e otto feriti: oltre a due persone non siriane, forse iraniane o libanesi, è rimasto ucciso un passante. L'attacco ha colpito una palazzina usata come sede operativa dai Pasdaran iraniani e dagli Hezbollah libanesi. Secondo l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria si è trattato di «un assassinio mirato». L'edificio di dieci piani è stato attaccato al quarto piano. Le mura del palazzo sono annerite, le finestre disintegrate e l'appartamento distrutto. Poche ore dopo, testimoni e media locali hanno riferito di aver sentito un'altra grande esplosione nella capitale. Un nuovo attacco di Israele ha colpito una roccaforte degli Hezbollah e di altre milizie filo-iraniane nel quartiere di Sayida Zeinab, alla periferia Sud della città. Subito dopo il terzo assalto, questa volta compiuto tramite colpi di artiglieria sparati dalle Alture del Golan, sempre attorno a Damasco.

In serata la notizia di Al-Jazeera: dieci ostaggi sarebbero morti nei raid aerei condotti da Israele sulla Striscia di Gaza. Secondo il sito indipendente israeliano Hamkom, i raid sarebbero stati effettuati anche in diversi casi in cui l'esercito sapeva dall'intelligence della possibile presenza di ostaggi negli edifici presi di mira. Per Hakmom, l'esercito israeliano ha definito questi ostaggi «morti durante la prigionia di Hamas».

Ma c'è dell'altro che sta venendo a galla. Il sistema di sicurezza israeliano ha diffuso nuovi dati sulla presenza dei terroristi di Hamas nell'Unrwa. Secondo questa fonte, dei circa 12mila lavoratori dell'Agenzia a Gaza, «440 sono attivi nell'ala militare di Hamas», le Brigate Qassam. «Altri 2mila circa - ha aggiunto - sono membri di Hamas registrati ma non nell'ala militare». Infine - ha concluso - «altri 7mila hanno un parente di primo grado membro di Hamas». Nel frattempo gli attacchi israeliani in tutta Gaza hanno ucciso almeno 67 palestinesi tra la notte di mercoledì e ieri. Le morti sono avvenute in alcune aree in cui ai civili era stato detto di cercare rifugio. Altri tre sono stati ammazzati a Jenin in Cisgiordania, così come una donna e una bimba hanno perso la vita in Libano.

Secondo il quotidiano saudita Asharq Al-Awsat, «Hamas ha ammorbidito le sue posizioni». E pure Benny Gantz ha rivelato: ci sono «promettenti segnali di progresso» per un nuovo accordo per la liberazione degli ostaggi. Addirittura Tel Aviv - dicono The Times of Israel e Canale 12 - si starebbe preparando per partecipare al nuovo vertice di alto livello a Parigi per arrivare a un accordo. Anche in questo caso ci saranno il capo del Mossad David Barnea, il premier del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, il capo dell'intelligence egiziana, Abbas Kamel, e direttore della Cia, Bill Burns. Tutto vincolato ai colloqui in corso del Cairo con Hamas.

Anche se la decisione degli Stati Uniti di porre il veto alla risoluzione dell'Onu sul cessate il fuoco immediato a Gaza ha spinto il conflitto in una situazione «ancora più pericolosa», ha commentato la portavoce del ministero degli Esteri cinese Mao Ning. Ora però l'amministrazione Biden è pronta a emettere una seconda serie di sanzioni contro i coloni israeliani che hanno compiuto atti di violenza in Cisgiordania. Tutto ciò mentre la Knesset, il Parlamento israeliano, ha votato contro il progetto di Washington e di diversi Paesi arabi che culminerebbe con la creazione di uno Stato palestinese. Intanto ieri Hezbollah ha lanciato un nuovo attacco sulla città di Matzuva.

Il capo del Partito di Dio Hassan Nasrallah infatti ha promesso che Tel Aviv pagherà «con il sangue» l'uccisione di civili.

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