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"Al Senato Conte avrà i voti: vi dico io perché ce la farà..."

Il sindaco di Benevento: "Ricevo tante telefonate, anche di renziani inquieti. Sono il medico a cui si domanda la cura"

"Al Senato Conte avrà i voti: vi dico io perché ce la farà..."

Tornato a far parlare di sé per la clamorosa telefonata a Carlo Calenda ed il conseguente botta e risposta con il leader di Azione, Clemente Mastella smentisce le voci che lo definiscono uno dei grandi vecchi della politica italiana, e affarma di avere preso le parti del governo Conte perché spinto da una sorta di responsabilità morale.

Intervistato da Repubblica, l'ex ministro spiega che questo esecutivo, per quanto lontano dall'essere perfetto, è decisamente migliore rispetto a quello che potrebbe formarsi in caso di crollo di Giuseppe Conte. Ecco perché è necessario sostenere l'attuale presidente del Consiglio. Dopo aver sconfessato anche le dicerie sulla possibile offerta di un posto da ministro alla moglie, Mastella si dice sicuro della salvezza del governo, che domani otterrà la maggioranza in Senato, anche se i numeri non sono ancora quelli sperati."Pure Berlusconi nel 1994 non li aveva al Senato, ma poi li trovò al momento della fiducia, e filò dritto. Lo ricordo perché ero ministro del Lavoro. I numeri seguono il governo", ricorda il sindaco di Benevento, noto per essere passato nel corso della sua corriera da schieramenti di centrodestra a schieramenti di centrosinistra. Insomma, un uomo che conosce bene i giochi della politica.

Poco buona l'opinione di Mastella nei confronti di Matteo Renzi, il cui più grande sbaglio è quello di non essere democristiano."Anche Fanfani era un toscano fumantino, ma si fermava un attimo prima del burrone. Renzi non si regola. E adesso i suoi lo stanno abbandonando", spiega. L'ex sindaco di Firenze ha commesso anche un altro sbaglio, risultato fatale, ossia quello di"credere che ci potesse essere un altro premier al posto di Conte". Parole durissime che però suonano strane, dato che a pronunciarle è uno di coloro che nell'ormai lontano 2008 fecero cadere il governo di Romano Prodi. Mastella, tuttavia, respinge ogni accusa sulla vicenda, dando la colpa ad altri: "È una leggenda. I nostri due voti contrari dell'Udeur non furono decisivi. Lo fecero cadere Turigliatto, Dini, Scalera".

Per quanto riguarda la situazione attuale, il sindaco di Benevento afferma di non aver ricevuto alcuna proposta dal governo in cambio del suo appoggio. Non solo. "Siccome tutti mi attaccano faccio un passo indietro. Non voglio risultare ingombrante". Mastella, dunque, lavora in silenzio. "Ci sono, ma non si vede". E nel corso delle sue giornate riceve tante telefonate: "Anche di renziani inquieti. Sono il medico a cui si domanda la cura". Insomma, l'ex ministro è diventato un dispensatore di consigli per quelle anime tormentate che, dinanzi a questa crisi innescata dall'ex sindaco di Firenze, non sanno proprio quale strada percorrere. "Sono tutti terrorizzati dal voto. Anche quelli dell'opposizione", spiega Mastella.

Quanto all'attuale premier, il politico dice di non conoscerlo, ma di provare stima nei suoi confronti."L'ho visto solo una volta ad Avellino, quando è venuto a commemorare l'ex democristiano Fiorentino Sullo", racconta. "Lo stimo. Ha un suo passo moroteo". E ancora:"Conte è garbato, felpato, levantino, e pure un poco figlio 'e 'ntrocchia. Ha saputo trattare con la Merkel sul Recovery Fund". Dopo aver liquidato in poche parole la "questione Calenda" ("Non ne voglio più parlare. È un pariolino"), Mastella allontana da sé le accuse di trasformismo: "Se Salvini ruba senatori al M5S sono eroi, se li prendiamo noi sono malvagi.

Mi batto contro questa morale padana".

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