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Senato, il governo Conte ottiene la fiducia

Il governo guidato da Giuseppe Conte incassa la fiducia al Senato, come era previsto, con 171 sì. I no sono stati 117. I senatori che si sono astenuti, invece, sono stati 25.

Senato, il governo Conte ottiene la fiducia

Il governo guidato da Giuseppe Conte incassa la fiducia al Senato, come era previsto, con 171 sì. I no sono stati 117. I senatori che si sono astenuti, invece, sono stati 25.

Il governo Conte si attesta sul podio più alto per due voti in più rispetto ai suoi due predecessori, i governi Renzi e Gentiloni. Tornando indietro nel tempo, infatti, il governo Renzi incassò nel febbraio del 2014 169 sì alla prima fiducia a palazzo Madama, contro 139 no. Stessi numeri a favore per Paolo Gentiloni nel dicembre del 2016 (169 sì).

La giornata di Conte

Ascolta con attenzione tutti gli interventi dei parlamentari cui replica ringraziandoli tutti, uno per uno. Il professor Giuseppe Conte affronta il suo primo esame da premier nel debutto assoluto nell'aula del Senato, con un discorso di 24 pagine in cui snocciola i contenuti del contratto di governo di cui si propone come garante. "Entrando per la prima volta in questo luogo avverto pesante la responsabilità per ciò che rappresenta", spiega il "semplice cittadino" che si presenta come "avvocato del popolo italiano". E, in quest'ottica, respinge le accuse alla sua maggioranza di essere populista e anti-sistema perché "se 'populismò è l'attitudine della classe dirigente ad ascoltare i bisogni della gente, se 'anti-sistemà significa mirare a introdurre un nuovo sistema, che rimuova vecchi privilegi e incrostazioni di potere, ebbene queste forze politiche meritano entrambe queste qualificazioni".

Nel suo discorso, Conte promette che il suo primo impegno pubblico sarà visitare i cittadini dei luoghi colpiti dal terremoto, rassicura sull'Europa: "E' casa nostra" ma deve essere più equa, a partire dalla questione migranti, sulla quale "siamo stati lasciati soli". "Non siamo e non saremo mai razzisti", dichiara, rivendicando però che "metteremo fine al business dell'immigrazione, cresciuto a dismisura sotto il mantello di una finta solidarietà". Il premier parla di flat tax, reddito di cittadinanza che "non è una misura di assistenzialismo sociale", non c'è invece alcun passaggio né sulla revisione della legge Fornero - che tanto spazio ha occupato nel dibattito della campagna elettorale e nelle scorse settimane - né sulla questione della sterilizzazione degli aumenti dell'Iva. Nelle repliche, il premier si difende dalle accuse di giustizialismo, "no, si tratta di certezza della pena e di dosare gli equilibri", e di scarsa attenzione al Sud, "che detto a un pugliese è pesante, ma noi al Sud abbiamo dedicato anche un ministro". Sulle infrastrutture "lasciateci studiare i dossier aperti e valuteremo quali realizzare" e per tutto il resto "dateci il tempo di lavorare e di misurarci con tutta la complessità di questo compito. Lo faremo con responsabilità e massimo impegno", promette. Il vento del cambiamento ora deve mettersi al lavoro.

Onorato per l'impegno assunto ma consapevole delle difficoltà e determinato a svolgere il suo ruolo per il bene del Paese: il premier Giuseppe Conte, secondo quanto si apprende, è rimasto molto soddisfatto dalla "prima" del Senato. È andata benissimo, ha spiegato ai suoi interlocutori. Il premier dopo una notte insonne per scrivere il discorso, è arrivato prestissimo al lavoro per poi restare a Palazzo Madama anche dopo il voto di fiducia per cenare al ristorante.

Ce la metterò tutta, ha sottolineato con i collaboratori.

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