Politica

Senato, via libera all'articolo 1. Renzi: "Fatto un grande passo"

Cociancich: "L'emendamento l'ho scritto io, non è stato dettato". Calderoli: "Voglio vedere la firma, è un falso in atto pubblico"

Senato, via libera all'articolo 1. Renzi: "Fatto un grande passo"

Dopo le polemiche, riprende nell’Aula del Senato l’esame del ddl Boschi. Come ci si aspettava è stato approvato l’emendamento "canguro" presentato dal dem Roberto Cociancich e che fa cadere tutte le altre proposte di modifica sull'articolo 1 del disegno di legge.

Subito dopo con 172 sì, 108 no e 3 astenuti è arrivato il via libera a tutto l'articolo 1 che mette la parola fine al bicameralismo perfetto, pur permettendo al Senato di conservare "la funzione di indirizzo politico, la funzione legislativa e quella di controllo dell'operato del governo", nonché "le funzioni di raccordo tra lo Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica". "Il passaggio più difficile è stato brillantemente superato - ha commentato il premier Matteo Renzi - si fa un grande passo avanti".

Le proteste però non si placano. In molti insinuano che l'emendamento sia stato dettato dal governo stesso. "Penso di avere l’età per non chiedere il permesso a nessuno", replica però il senatore a Repubblica, "L’ho formulato la settimana scorsa. È il frutto di quello che ho sempre detto negli interventi in aula. Basta riprendere i resoconti parlamentari". E aggiunge: "Questo emendamento non vuole impedire nulla. Dà delle funzioni ben definite al nuovo Senato. Così avrà un ruolo di raccordo tra le regioni e lo Stato centrale".

È tornato però all'attacco Roberto Calderoli: "Ho scritto due righe a lei indirizzate in cui ho chiesto di acquisire l’originale dell’emendamento", ha detto in Aula a Pietro Grasso, "Dopo che il senatore Russo ha dubitato dell’autenticità dei miei emendamenti voglio vedere anche io le copie autentiche, la firma autentica. Ho massima stima di Cociancich che non solo è un galantuomo ma anche un ottimo senatore che lavora sempre. Posso anche notare come ieri era scuro e che nulla è stato illustrato del suo emendamento anche se era nella sua potestà. Avrebbe detto a più persone che ignorava la portata del suo emendamento. Qui si è davanti a una truffa politica. Si chiama falso in atto pubblico. Chiedo di verificare non già la volontà del senatore Cociancich, io voglio sapere chi ce lo ha portato quell’emendamento. Voglio vedere se la firma è a prova di perizia calligrafica".

"La prassi consolidata prevede che, fino a prova contraria, tutte le firme apposte sugli emendamenti si considerano autentiche fino a quando non ci sia qualcuno che disconosca la sua firma", replica il presidente del Senato Pietro Grasso.

E neanche l'approvazione del "canguro" ferma il Movimento 5 Stelle, che chiede di riproporre come nuovo uno degli emendamenti tagliati fuori citando un articolo del regolamento di Palazzo Madama (100, comma 5), che ammette la presentazione in Aula di nuove proposte, firmate da almeno 8 senatori, che sia "in correlazione con emendamenti già approvati". Grasso, ha fatto presente che l’emendamento di M5s non è "in correlazione", ma modifica il testo appena votato, contraddicendo il principio ("ne bis in idem") secondo cui un testo già approvato non viene sottoposta a nuova votazione. Tutte le opposizioni (oltre a M5s anche Sel, Fi, Cor) chiedono la convocazione della Giunta per il regolamento.

Le polemiche sono ben lungi dal placarsi, visto che il senatore Pd Roberto Cociancich ha scritto un secondo emendamento "canguro" all'art.21 del ddl Boschi. Una proposta di modifica (la 21.200) che, riscrivendo l'articolo che riguarda l'elezione del capo dello Stato, farebbe decadere tutti gli altri emendamenti.

Minoranza Pd in fermento.

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