Cronaca nera

Senza soldi e benzina. A Lipsia finisce la fuga del fidanzato-killer. "Stanco e rassegnato". Il delitto premeditato

Era stanco e rassegnato. Come se volesse consegnarsi, secondo gli agenti tedeschi che l'hanno fermato nella notte tra sabato e domenica in Bassa Sassonia, a circa 180 chilometri da Berlino

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Senza soldi e benzina. A Lipsia finisce la fuga del fidanzato-killer. "Stanco e rassegnato". Il delitto premeditato

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Era stanco e rassegnato. Come se volesse consegnarsi, secondo gli agenti tedeschi che l'hanno fermato nella notte tra sabato e domenica in Bassa Sassonia, a circa 180 chilometri da Berlino. Ma in realtà Filippo Turetta - dopo sette giorni di fuga tra il Nord-Est, l'Austria e la Germania - non aveva più scampo: senza soldi, senza energie, forse persino senza l'idea di cosa fare. L'assassino di Giulia Cecchettin - che non aveva mai accettato la separazione da lei e per questo l'ha massacrata a coltellate e gettata in un dirupo profondo 50 metri - era seduto nella sua auto ferma sulla corsia d'emergenza dell'autostrada A9 che attraversa la Germania da Monaco a Berlino. Il 22enne è stato scoperto in prossimità di Bad Dürrenberg dopo che alcuni automobilisti hanno segnalato la presenza della Punto nera più ricercata d'Europa. A tradirlo è stato però un particolare: non aveva inserito le quattro frecce d'emergenza. Insospettiti, gli agenti di una pattuglia della Stradale tedesca hanno così controllato il database delle targhe e hanno scoperto il mandato d'arresto internazionale spiccato qualche giorno prima dal giudice di Venezia. Turetta era a bordo e alla vista dei poliziotti non ha fatto alcuna resistenza all'arresto. Nella sua auto non c'era più benzina e il fuggitivo non aveva più soldi per fare rifornimento. Si conclude così la sua fuga disperata. Restano però ancora tanti gli interrogativi. A partire dal percorso intrapreso: in Germania Turetta stava viaggiando in direzione Sud e non Nord (come invece avrebbe dovuto essere provenendo dall'Italia), come se stesse rientrando. Dov'è stato allora, prima dell'arresto? E dove stava andando? Come ha fatto a mantenersi per una settimana, mangiando senza prelevare denaro e dormendo nel freddo delle notti alpine? Sarà lui a dover chiarire i tanti dubbi dei magistrati.

Ciò che invece ora sembra materializzarsi è la premeditazione dell'efferato gesto contro Giulia Cecchettin. Dal pc sequestrato a casa di Filippo gli investigatori hanno scoperto che il 22enne aveva cercato online come reperire kit di sopravvivenza in montagna ma si era interessato anche percorsi, mappe e tracciati del Tirolo. Non si sa a quando risalgano queste ricerche, ma molti elementi lasciano presupporre che la fuga in montagna e la permanenza lontano da casa fossero premeditati. «L'ipotesi è che aveva pianificato qualcosa, magari non di ucciderla ma di andarsene con lei», scrivono gli investigatori che stanno lavorando al caso. D'altronde nel corso di quel sabato sera (nel quale si consumerà poi il sequestro e l'assassinio di Giulia) Turetta difficilmente avrebbe potuto procurarsi il coltello con il quale ha colpito alla testa e al collo l'ex fidanzata. Quella stessa arma, spezzata, è stata trovata non lontano dal luogo del ritrovamento del cadavere della vittima. E col trascorrere delle ore si susseguono dettagli che come tasselli vanno a comporre il puzzle della tragedia. In mano ai carabinieri di Venezia, ad esempio, c'è ora un video registrato da una telecamera di sorveglianza di una stazione di servizio a Cortina che riprende Filippo mentre fa benzina domenica mattina, pochissime ore dopo aver ucciso Giulia: nelle immagini si vede il giovane pagare in contanti alla cassa automatica e ripartire. Solo qualche giorno dopo il titolare dell'impianto scopre che una banconota da venti euro era macchiata di sangue.

Comincia ora un nuovo capitolo nel caso del femminicidio di Giulia Cecchettin: il suo percorso giudiziario. Il primo passo sarà l'estradizione in Italia (a cui Turetta ha dato il consenso). A fornire qualche dettaglio in più sono stati i ministri Antonio Tajani e Carlo Nordio. Il guardasigilli ha parlato di «tempi per il rientro rapidissimi.

Si tratta di un delitto commesso da un italiano in Italia a danno di una cittadina italiana e la collaborazione con la Germania è buona». Ancora più preciso il titolare degli Esteri: «Entro pochi giorni sarà in Italia».

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