Politica

Sequestrato un parroco francescano in Siria

Lo Stato islamico in difficoltà: Ramadi ripresa dagli iracheni, nuovi raid

Mentre in Siria viene rapito un padre francescano, gli iracheni strappano quasi del tutto Ramadi all'Isis. «Dal mattino del 23 dicembre si è perso ogni contatto con il padre francescano Dhiya Azziz, 41 anni, parroco di Yacoubieh, in Siria». La Custodia di Terra Santa ritiene «lecito pensare che sia stato preso da qualche gruppo». Dhiya era stato già rapito dai jihadisti in luglio: era riuscito a fuggire. La guerra continua.Ieri le forze dell'Irak hanno «preso il controllo» dell'ex sede del governo provinciale a Ramadi, nell'Ovest dell'Irak, sottraendolo allo Stato islamico. Lo ha riferito un portavoce dell'esercito. Si trattava dell'ultimo bastione dell'Isis in città. Ramadi era caduta in mano ai jihadisti a maggio e venerdì il premier iracheno Haider al-Abadi aveva promesso che alla riconquista di Ramadi sarebbe seguita quella di Mossul. «Controllare il complesso significa che (i jihadisti dell'Isis ndr.) sono stati sconfitti a Ramadi», ha detto a Reuters Sabah al-Numani, portavoce della forza che guida l'operazione a Ramadi dalla parte del governo. «Il prossimo passo è di occuparsi delle sacche che potrebbero esistere qui o in città», ha proseguito, aggiungendo che «il complesso è sotto il nostro completo controllo e non c'è alcuna presenza di combattenti di Daesh nel complesso».Intanto basi dell'Isis in Irak e in Siria sono state colpite da attacchi aerei Usa e alleati che hanno effettuato 33 raid. Sono stati impiegati caccia, bombardieri e droni. In Irak sei missioni hanno bersagliato la zona di Sinjar, colpendo due unità tattiche e distruggendo due postazioni e due ponti utilizzati dai jihadisti. Gli altri raid in Irak si sono concentrati su Mosul, Fallujah e Ramadi, proprio mentre le truppe irachene riprendevano il controllo dell'ex sede del governo locale, ultimo fortino del Califfato nella città. In Siria, nei pressi di Raqqa, sono stati distrutti in due diversi attacchi tre escavatori e due bulldozer, mentre con altri tre raid a Manbij sono stati centrati due unità tattiche, un veicolo e un deposito di armi. Qui alcuni miliziani dell'Isis sono rimasti feriti.Anche la Russia continua a raccogliere successi sul suo fronte. In una conferenza stampa tenuta a Mosca il generale Serghei Rudskoy ha mostrato alle sue spalle le immagini ed ha asserito che la forza aerea russa in Siria ha distrutto 17 colonne in questa settimana, per un totale di quasi 2.000 autocisterne da quando ha iniziato la sua campagna di raid in territorio siriano, lo scorso settembre. Rudskoy afferma che per e dal valico siriano-turco di Zakho è stato contato il transito di almeno 12mila cisterne. Gli attacchi aerei, ha detto, riescono a centrarli malgrado i vani sforzi di trovare strade alternative che espongano i mezzi il meno possibile. Inoltre, malgrado le deviazioni, «la Turchia rimane il punto finale della rotta del contrabbando».

Tuttavia molti osservatori ritengono che si tratti almeno in parte di propaganda, tendente a mostrare che non è vero che la Russia attacco solo i ribelli anti-Assad «moderati» ma che, anzi, colpisce l'Isis in uno dei suoi centri nevralgici: il contrabbando di petrolio verso il mercato nero turco, che costituisce una delle sue principali fonti di finanziamento.

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