Politica

Serve un cambio di marcia

Serve un cambio di marcia

L'economia italiana si sta deteriorando: Standard e Poor's dice che così continuando rischiamo di fare la fine della Grecia se non facciamo una manovra ortodossa. Da gennaio a luglio l'indice di fiducia dell'industria manifatturiera è sceso da 100,9 a 100,1 e nel quarto trimestre avremo un Pil negativo. Mario Draghi, presidente della Bce, giovedì nell'ultima riunione prima di lasciare il mandato, ha spiegato che l'industria manifatturiera dell'Europa si sta deteriorando e ne soffrono in particolare Germania e Italia. Le nubi erano già evidenti nei mesi scorsi, ma il governo, ingabbiato nel dissenso fra Cinque Stelle e Lega, non ha fatto nulla per allontanarle, anzi ha aggravato la situazione, mediante il clima di incertezza economica che ha spaventato gli investitori nazionali ed esteri. Se il «sì» alla Tav che è stato dato ora fosse stato dato a gennaio, la produzione edile sarebbe maggiore. Il decreto «sblocca cantieri», che riguarda opere di media e grande dimensione imbrigliate in macchinose procedure di appalto e di controllo degli appalti, non ha sbloccato nulla. Il ministro delle Infrastrutture Toninelli ha continuato a farneticare su indagini costi-benefici mentre c'è un vuoto produttivo (output gap) per cui si possono fare investimenti con risorse inoperose, per i quali il pregio maggiore è la rapidità d'esecuzione. L'Ilva di Taranto è ancora in panne, perché i Cinque Stelle antepongono allo sviluppo economico la decrescita felice, in cui i problemi economici e quelli dell'occupazione si risolverebbero con misure sociali: non capiscono che prima di dividere la torta, bisogna farla. Dei luoghi terremotati in cui mancano le opere pubbliche, abitazioni e servizi pubblici, questo governo sembra essersi dimenticato. Anche qui, occorre fare la torta per dividerla: in fretta, prima dell'autunno, in cui il tempo peggiorerà. E ci sarà da fare la legge di bilancio, disinnescando le clausole di salvaguardia, tagliando le spese, anziché aumentando la pressione fiscale. E la flat tax? E il deficit sotto il 2% per evitare una procedura di infrazione? Non serve fare la voce grossa per avere il diritto a rompere le regole, quando si è debitori.

Occorre cambiar marcia, altrimenti il rischio è appunto quello di fare la fine della Grecia.

Commenti