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Lo sfogo del fedelissimo inguaia la Raggi: "Sindaco senza palle..."

Dalle intercettazioni emerge anche il ruolo di Casaleggio: è lui a telecomandare Virginia

Lo sfogo del fedelissimo inguaia la Raggi: "Sindaco senza palle..."

Non cessano i venti di tempesta sul sindaco di Roma, Virginia Raggi. Dopo la chiusura indagini che prelude al probabile rinvio a giudizio per falso e abuso relativamente alle nomine di Renato Marra (fratello di Raffaele) e Salvatore Romeo, si ritrova spiattellate le chiacchiere intercettate in quei giorni, tra chat e brogliacci di conversazioni.

L'ultima è del novembre scorso, fine 2016, ed è Raffaele Marra che parla della prima cittadina con Concetta, una sua amica, lamentandosi dei tentennamenti sulla nomina del fratello a capo del dipartimento Turismo del Campidoglio. Nello specifico, Marra pensa che la Raggi non abbia «sponsorizzato» a sufficienza il parente. «Allora tu (riferendosi al sindaco) dovevi avere il coraggio di dire guarda, è uno dei più bravi che ci stanno, lo volevo fare comandante, per non creare un problema l'aggio fatto direttore d'o turismo. Non lo volete al turismo? Bene, lo riporto al corpo di polizia, lo faccio vicecomandante come lo volevo fare».

Questa presunta mancanza di polso, per Marra era il segno che la Raggi non fosse in grado di ricoprire l'incarico di primo cittadino. «Non ci hai le palle di poterglielo dire? E allora che c...o lo fai a fare 'o sindaco, scusami? Mi pare talmente scontata sta cosa. Tu hai colloquiato tutti (i candidati, ndr), hai detto che tra i tre più bravi c'è mio fratello per fare il comandante, e anzi ti sei dispiaciuta che per problemi politici non lo può fa comandante sennò ti scoppia un putiferio. Poi mi vieni a rompere?».

La morale, insomma, è che per Marra la Raggi era troppo incerta nel risolvere la questione, troppo spaventata per difendere le proprie scelte. Col fratello, come - a suo dire - era già successo con lui stesso: «Lei non ha avuto il coraggio di dire sì, è una cosa che ho fatto io e sta facendo la principessa che che l'hanno fregata! E non sa come uscirne». Per Marra, insomma, la Raggi stava «tenendo lo stesso atteggiamento che ha tenuto con me all'inizio, quando è uscito fuori che io ero di Alemanno, lei non ha avuto il coraggio di difendermi sulla stampa».

Ma è sempre Marra che, nelle altre intercettazioni, si spiega quei balbettii della Raggi attribuendoli al «minidirettorio» del Movimento che remava contro di lui. Costringendo la prima cittadina a cercare di trovare un improbabile quadra tra interessi contrapposti. Così emerge per esempio che l'intervista «concordata» col Fatto avrebbe fatto precipitare le sue azioni per le sue affermazioni contro «il problema che arriva dall'interno del Movimento» che avrebbero fatto infuriare il portavoce della Raggi. E i Cinque Stelle sarebbero riusciti a estirpare quei passaggi dall'intervista dal quotidiano: «S'è messo al telefono e ha parlato, credo, co' Travaglio, e ha fatto cancella' tutto il pezzo sulla politica e m'ha inc... a me».

C'è poi il dubbio di eterodirezione del Campidoglio da parte di Davide Casaleggio. Con una chat, pubblicata ieri dalla Stampa, nella quale la Raggi «gira» a Marra un messaggio con le direttive su come replicare, e nello specifico con che argomenti, alle polemiche sull'emergenza abitativa, speditole proprio da Casaleggio.

«Città in mano a una incapace, teleguidata dalla Casaleggio», la stroncatura dell'azzurro Maurizio Gasparri, l'indomani della manifestazione in Campidoglio del centrodestra contro la sindaca.

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