Politica

Sgozzano un capretto in strada Condannati per crudeltà ma poi assolti perché islamici

Matteo Basile

Uccidere un animale in maniera violenta? Nessun problema, basta essere islamici e addurre giustificazioni religiose. È quanto emerge da una sentenza della Corte d'Appello del tribunale di Genova che ha assolto due rom, di fede islamica, che avevano massacrato un capretto, macellato con rito islamico anche se privi di qualunque autorizzazione igienico-sanitario per farlo. I due erano stati condannati in primo grado ma la Corte d'Appello ha completamente ribaltato la sentenza.

La fede religiosa, secondo la Corte, vince sul dolore che si può infliggere a un animale. La procedura di macellazione islamica infatti è formalmente consentita dalla legge a patto che si presenti una specifica richiesta e il tutto si svolga in ambiente consono. Eppure quanto accaduto due anni fa a Genova, di consono non aveva proprio nulla. I due rom, ospitati in un campo in Valbisgano, immediata periferia genovese, hanno sgozzato il capretto in mezzo alla strada, lo hanno appeso a testa in giù per poi lasciarlo morire dissanguato. Una scena definita «raccapricciante» dalle guardie zoofile che avevano denunciato i due. Peraltro compiuta in strada, davanti a tutti, senza il minimo rispetto della sensibilità di chi avrebbe potuto assistere alla scena.

Immagini terribili, tanto da portare alla condanna dei due a una sanzione pecuniaria da 4 a 6mila euro per «maltrattamento» aggravato dalle «sevizie per crudeltà e senza necessità». Ma a distanza di quasi due anni, ecco la sentenza opposta e tutto cambia. Assolti perché, come scrive il giudice Mauro Amisano, «l'ipotesi di crudeltà verso gli animali presuppone l'assenza di qualsiasi giustificabile motivo, poiché la crudeltà è di per sé caratterizzata dalla mancanza di un motivo adeguato e da una spinta abietta e futile. Una pratica come il sacrificio rituale musulmano, che è di per sé crudele se parametrata alla sofferenza inflitta, non può essere considerata illecita poiché esplicitamente ammessa per il rispetto dell'altrui libertà religiosa, e quindi non lesiva del comune sentimento di pietà», specificando inoltre che «il limite allo svolgimento di queste pratiche è quello della necessità, nel senso che la macellazione senza stordimento preventivo della vittima è consentita solo ed esclusivamente nel contesto d'un rito religioso, com'è avvenuto nella fattispecie».

In buona sostanza la macellazione islamica è violenta e crudele ma, in quanto praticata per motivi religiosi, trova in ogni caso una giustificazione. Anche se compiuta senza nessuna autorizzazione. Anche se l'uccisione è avvenuta per strada. Anche se i due rom non avessero nemmeno minimamente pensato di rispettare le norme igienico-sanitarie previste dalla legge italiana. Una sentenza choc che sembra dare il via libera a qualsiasi pratica, anche se riconosciuta brutale, in nome della libertà di culto.

Una decisione che rappresenta un precedente e che supera di fatto anche le scelte della politica. La Regione Liguria ha infatti da poco approvato una mozione che vorrebbe obbligare all'anestesia degli animali prima della macellazione con rito islamico.

Mozione che, alla luce di questa sentenza, finisce direttamente nel cestino.

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