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Sharia, proselitismo e proclami jihadisti: espulsi due marocchini e un siriano

Il provvedimento del Viminale subito dopo l'attacco a Barcellona

Sharia, proselitismo e proclami jihadisti: espulsi due marocchini e un siriano

Stefano Vladovich

Roma In piena allerta terrorismo l'Italia espelle altri tre stranieri sospettati di «pericolosità sociale». Sono due cittadini marocchini e un siriano. E dopo il grave attentato a Barcellona il ministero dell'Interno diffonde i dati sui rimpatri forzati dal Belpaese. Settanta i presunti jihadisti, secondo il ministero, ricondotti in Patria dall'inizio dell'anno mentre sarebbero 202 i soggetti gravitanti in ambienti dell'estremismo religioso rispediti a casa dal gennaio 2015 a oggi.

Sugli ultimi espulsi il Viminale precisa: «Il primo è un 38enne marocchino, detenuto per reati comuni». Secondo gli archivi della polizia penitenziaria l'uomo nel 2016 era stato inserito nel secondo livello di pericolosità, medio, dopo la denuncia del suo compagno di cella, vessato con le rigide regole di convivenza dettate dalla sua visione integralista del credo islamico. Lo scorso aprile il marocchino passa al primo livello, quello di massima attenzione in quanto, con altri detenuti, aveva festeggiato alla notizia della strage terroristica di Stoccolma, inneggiando all'evento terroristico perpetrato nella capitale svedese. L'altro espulso è un siriano che utilizzava come alias le generalità di un cittadino tunisino. Nel 2015 era stato arrestato per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e sottoposto alla misura cautelare dell'obbligo di dimora presso la sede di Brognaturo, Vibo Valentia, della cooperativa «Stella del Sud». Ma qui, in varie occasioni, si era fatto notare per un suo atteggiamento prevaricatore nei confronti di altri ospiti e degli operatori. «Aveva espresso apprezzamento nei confronti degli autori dell'attentato terroristico di Manchester - spiega ancora il Viminale nella nota - e tentato di avviare un'operatrice del centro verso la conversione all'Islam. Successivamente aveva avuto un diverbio con un operatore della cooperativa d'accoglienza per motivi legati alla sua visione della religione islamica». Nel 2011 su di lui erano stati emessi ben due decreti di espulsione, inutilmente. Il terzo, sempre marocchino di 31 anni, era stato bloccato dai carabinieri di Tortona su un minibus. Già in passato, in preda a turbe psichiche, era stato fermato mentre si proclamava seguace dello Stato islamico. Dal primo gennaio al 31 luglio sono stati espulse dal nostro Paese 67 persone per motivi di sicurezza, di cui 3 Imam. Arrestati 29 estremisti. Sono invece 125 i foreign fighters monitorati di cui 37 sono deceduti e 22 rientrati in Europa.

La rete di sicurezza per frenare arrivi incontrollati si fa più fitta, ma le falle non mancano. Come l'attività di un poliziotto della Polaria di Fiumicino, arrestato la scorsa settimana e ora in carcere. L'agente di polizia di frontiera da almeno un anno, dietro compenso, faceva entrare illegalmente cittadini stranieri. Come dire, una «tela di Penelope» dell'immigrazione clandestina. Secondo il sindacato di polizia Consap restano falle anche negli aeroporti dopo che tre anni fa almeno 500 cittadini algerini sono giunti all'aeroporto Leonardo da Vinci e spariti senza passare i controlli.

Fuggiti, dopo una corsa folle, dalle reti di recinzione.

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