Guerra in Israele

"La Shoah non è bastata l'antisemitismo c'è. Assuefatti alle guerre"

Francesco al Tg1: "Non sono un Papa di sinistra. Per Israele la soluzione è quella dei due Stati"

"La Shoah non è bastata l'antisemitismo c'è. Assuefatti alle guerre"

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Un'ora di colloquio a tutto campo. Per la prima volta dall'inizio del suo Pontificato, Papa Francesco rilascia un'intervista esclusiva al Tg1, al direttore Gian Marco Chiocci, esprimendo preoccupazione per la guerra in Medio Oriente («Ogni guerra è una sconfitta») e sottolineando che «l'antisemitismo è ancora presente, l'Olocausto non è bastato». Ribadisce di non essere un «Papa di sinistra», confida di essere stato al mare l'ultima volta nel 1975, e di sentire la mancanza della famiglia. Annuncia il suo prossimo viaggio, a Dubai i primi di dicembre per la Cop 28, e poi confessa: tra Leo Messi e Diego Armando Maradona, «preferisco Pelè».

Dalla guerra in Medio Oriente al conflitto in Ucraina, ma anche il ruolo delle donne nella Chiesa e la necessità di rinnovamento. È un'intervista a 360 gradi. «Ogni guerra è una sconfitta sottolinea a proposito di quanto sta avvenendo in Israele -. Nella guerra uno schiaffo provoca l'altro aggiunge il Papa -. Due popoli che devono vivere insieme. Con quella soluzione saggia: l'accordo di Oslo: due Stati ben limitati e Gerusalemme con uno status speciale». Per il Pontefice, «questa è l'ora più buia». «Il problema più grave denuncia - è l'industria delle armi». Condanna gli episodi di antisemitismo che ancora oggi sono presenti, anche se «rimane nascosto». «C'è qualche cosa sempre di antisemitismo e non è stato sufficiente vedere l'Olocausto nella Seconda guerra mondiale, questi 6 milioni uccisi, schiavizzati. Purtroppo, non è passato. Non saprò spiegarlo e non ho spiegazioni, è un dato di fatto che io lo vedo e non mi piace». Francesco assicura vicinanza al popolo in Israele. «Chiamo tutti i giorni i religiosi a Gaza. In parrocchia ci rispettano, abbiamo 563 persone, tutti cristiani ma anche musulmani. La situazione è drammatica, ma grazie a Dio le forze israeliane rispettano la parrocchia». Denuncia, inoltre, l'abitudine alla guerra: «Purtroppo uno si abitua, ma non dobbiamo abituarci alla guerra». E su una possibile escalation, dice: «Sarebbe la fine di tante vite. Io penso che la saggezza umana fermi queste cose, ma sì, c'è la possibilità». Definisce «martire il popolo ucraino». «Ma ci vuole la pace: fermatevi. Gli accordi sono la vera soluzione». Il Papa annuncia poi che andrà a Dubai per la Cop28. «Credo che partirò il primo dicembre fino al 3 dicembre. Starò tre giorni lì». Sul tema dei migranti, l'appello è all'Europa: «Deve essere solidale, occorre una politica migratoria costruttiva».

E le donne preti? «La Chiesa è donna, ma da un punto di vista teologico e ministeriale sono cose diverse». Sulla possibilità che i sacerdoti si possano sposare, chiarisce: «È una legge, può essere tolta, ma non credo che aiuti al calo delle vocazioni, perché il problema è un altro». Assicura che sulla lotta alla pedofilia nella chiesa continuerà il lavoro di Benedetto XVI, anche se «c'è ancora tanto da fare».

Nell'intervista c'è spazio anche per la vita privata di Bergoglio: «L'ultima volta che sono andato al mare? Nel 1975». E le fidanzate di Bergoglio prima che diventasse sacerdote? «Sì, con una ragazza molto buona, lavorava nel cinema. Poi l'ho ritrovata quando ero arcivescovo di Buenos Aires.

Era con il marito e i figli».

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