Cronache

Lo shopping festivo piace a 6 italiani su 10

Contro l'apertura domenicale dei negozi il 38%, i grillini si dividono

Lo shopping festivo piace a 6 italiani su 10

Di recente è scoppiata la polemica sull'apertura festiva di centri commerciali e negozi in generale. Per un numero consistente di questi esercizi, è invalsa da qualche tempo la consuetudine di restare aperti nei giorni festivi per favorire l'afflusso di clienti. L'Italia possiede in materia una delle legislazioni più «liberali», specie dopo i provvedimenti introdotti dal governo Monti. Altri Paesi hanno infatti norme più restrittive, tendenti a limitare, sotto diverse forme, l'apertura degli esercizi commerciali nei giorni festivi.

Come si è detto, su tutta la questione è in corso da tempo una accesa discussione. C'è chi, come una parte consistente della Chiesa e del mondo cattolico, Confesercenti, alcuni sindacati e, di recente, il M5S, ritiene che la apertura sia un fattore negativo e vuole «salvaguardare» i giorni festivi. E chi, come diverse forze politiche (e, tra gli altri, il Codacons) è invece favorevole alla apertura su base volontaria, ritenendo che così si offra un utile servizio in più ai cittadini (e ai turisti) e si incrementino i consumi.

Ma cosa pensano gli italiani dell'apertura festiva di negozi e centri commerciali? Un recente sondaggio (condotto dall'Istituto Eumetra Monterosa intervistando un campione di cittadini rappresentativo dell'universo della popolazione italiana al di sopra dei 17 anni di età) mostra l'esistenza di una contrapposizione di opinioni. Gli interpellati si mostrano difatti nella loro gran parte favorevoli alla prosecuzione della apertura festiva dei negozi, ma una quota significativa si dichiara contraria.

Di fonte al quesito «È giusto che i negozi che vogliono siano aperti la domenica?», il 61% degli intervistati risponde in modo affermativo. Si tratta della maggioranza, ma è lontana dal rappresentare la totalità, tanto che il 38% afferma invece la sua contrarietà (sono pochissimi, poco più dell'1%, coloro che non sanno o non vogliono pronunciarsi, segno del grande interesse per la questione).

Sono più favorevoli ad una liberalizzazione delle aperture degli esercizi commerciali i più giovani, fino a 24 anni di età (con una ulteriore accentuazione tra gli studenti), tra i quali l'approvazione emerge da più di tre intervistati su quattro (76%), mentre tra i più anziani è più diffusa la contrarietà, che rappresenta la maggioranza e giunge al 54%. Il che, al di là dell'aspetto «ideologico», suggerisce che la spesa nei giorni festivi faccia parte dello stile di vita delle nuove generazioni e che, come risulta peraltro da molti altri studi, esse siano per diversi aspetti più «liberali» e innovativi dei più anziani.

Ancora, si registra un atteggiamento più incline a concedere la totale libertà nell'apertura dei negozi tra chi possiede un titolo di studio più elevato (specie i laureati, tra i quali l'approvazione giunge al 79%) e i residenti nelle regioni meridionali del Paese.

Dal punto di vista dell'orientamento politico, risultano nettamente più favorevoli all'apertura festiva dei negozi i votanti per il M5s (ove, come si sa, vi sono molti giovani), tra cui si rileva il 78% di approvazioni, nonostante la presa di posizione contraria dei vertici del loro partito. Il che indica, com'è peraltro accaduto nel passato riguardo ad altre tematiche, che non sempre la dirigenza del M5S intercetta correttamente gli orientamenti dei propri elettori (e che il voto al movimento di Grillo dipende evidentemente da altri motivi). Appaiono invece assai più scettici sull'apertura festiva dei negozi gli elettori della Lega Nord tra cui i contrari costituiscono la maggioranza e raggiungono il 57% e, in misura ancora lievemente maggiore (58%), quelli del Pd.

Sin qui l'atteggiamento generale sul tema. Su un'altra affermazione che pone le cose in modo differente («Non c'è niente di male che si lavori di domenica, se il contratto lo prevede») permane la maggioranza di rispondenti che si dichiarano d'accordo; ma essa si erode, raggiungendo il 54% (con la già rilevata accentuazione tra i più giovani e tra chi esercita professioni più remunerative), vale a dire poco più della metà degli intervistati, con la parte restante contraria. È un'altra prova della spaccatura del Paese su questa tematica. E del fatto che l'evocare i lavoratori impegnati nei giorni festivi diminuisce in qualche misura l'entusiasmo per l'apertura domenicale degli esercizi.

Insomma, sulla questione il Paese appare diviso seppur orientato alla liberalizzazione.

Con una netta frattura generazionale che vede, come su altri temi, i giovani opporsi nettamente ad un atteggiamento più «conservativo» dei più anziani.

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