Politica

Si rifiuta di togliere il niqab: condannata a 4 mesi di galera

Mamma islamica si presenta in municipio a volto coperto. Pena convertita in 30 mila euro di sanzione

Lodovica Bulian

L'ingresso in municipio, un «luogo pubblico», davanti a un centinaio di alunni riuniti per il consiglio comunale dei ragazzi, col volto coperto dal niqab e gli occhi che spuntano da una fessura. I ripetuti inviti del sindaco a lasciarsi identificare. Il rifiuto. L'intervento della polizia locale che finisce con la sospensione della seduta. Un'indagine immediatamente aperta in Procura e infine la condanna, arrivata ieri: 4 mesi di reclusione, convertita in 30mila euro di sanzione.

Non serve riavvolgere il nastro all'estate, quando all'indomani dell'attentato di Nizza sulle spiagge della costa azzurra una sfilza di ordinanze e multe anti burkini avevano innescato l'ondata di indignazione sotto la bandiera dell'intolleranza religiosa. A San Vito al Tagliamento, provincia di Pordenone, il decreto penale di condanna emesso dal pm Federico Facchin nei confronti di una mamma musulmana di origine albanese, cittadina italiana dal 2014 e residente da anni nel paese, riflette la violazione di una legge del 1975. Che «vieta l'uso di caschi protettivi o di qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona, in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustificato motivo».

Era stato il sindaco di centrosinistra Antonio Di Bisceglie, che guida il feudo «rosso» della provincia friulana per il suo secondo mandato, a interrompere il parlamentino di fronte a quella mamma che non aveva alcuna intenzione di scoprirsi. «Queste sono le regole in un edificio pubblico. Mostri il volto o esca, altrimenti sarò costretto a chiamare la forza pubblica», le aveva intimato. Lei, dopo essere stata identificata in separata sede da due vigilesse, si era ripresentata in aula ancora col volto coperto, costringendo il primo cittadino a terminare la seduta, sotto gli sguardi attoniti di bambini, genitori e insegnanti. E la Procura a indagare per interruzione di pubblico servizio e violazione dell'articolo 5 della legge Reale. La pena di 4 mesi di reclusione e 600 euro di multa, emessa dal pm, è stata convertita dal gip in una sanzione pecuniaria di 30 mila 600 euro. Il legale della donna, Silvio Albanese, annuncia opposizione. Cita la religione quale «giustificato motivo» del volto coperto, e la natura a suo dire «non ufficiale» del consiglio comunale dei ragazzi», dunque non assimilabile a «luogo pubblico».

Eppure le polemiche contro il sindaco, ex deputato dell'Ulivo, si sprecano. Interrogazioni al vetriolo di Lega e Fratelli d'Italia prendono di mira la concessione di una sala della biblioteca comunale a un gruppo di fedeli musulmani che ogni domenica mattina tiene lezioni di Corano ai bambini. «Quel luogo - giustifica Di Bisceglie - è concesso per un approfondimento della religione, e in quel momento è chiuso e non c'è nessuno che si copre il volto». Non solo, «il Corano è un grande libro, dove non c'è scritto di coprirsi il volto.

A me non dà fastidio che qualcuno sia musulmano, ma ciò dev'essere compatibile con le nostre leggi».

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