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Si vota per il Lombardo-Veneto Toh, dicono sì pure Pd e M5s

Il referendum sull'autonomia voluto dalla Lega sarà il 22 ottobre. Il sindaco di Milano Sala: "Sono favorevole"

Si vota per il Lombardo-Veneto Toh, dicono sì pure Pd e M5s

Milano - Il Lombardo-Veneto voterà il 22 ottobre per riconquistare un pezzo di autonomia. E cominciano ad arrivare inaspettati i primi «sì».

Ieri, dopo la melina del governo sul possibile «election day» con le imminenti amministrative, le Regioni a guida leghista hanno fissato la data del referendum. E il governatore veneto Luca Zaia ha evocato una retromarcia storica rispetto al processo di unificazione sancito col Risorgimento. «Per il Veneto - ha spiegato - questa data ha un'importanza del tutto particolare perché è una data simbolo». In effetti si andrà alle urne esattamente 151 anni quel 21 e 22 ottobre 1866 in cui venne ufficialmente convocato il plebiscito per sancire l'annessione al Regno d'Italia di Venezia e delle province venete. «Noi - ha detto Zaia - speriamo che il nostro referendum si trasformi nella risposta corale dei veneti a quel plebiscito» e che il Veneto voti compatto dichiarando «la sua storica e genetica voglia di autodeterminazione. Quella stessa che Regioni e Province confinanti hanno e che anche noi abbiamo il diritto di avere». Il collega lombardo Roberto Maroni si è detto convinto che «sarà l'inizio di una fase nuova» e che sulle nuove Regioni a statuto speciale si concretizzerà un plebiscito, ma al contrario. «Non credo che nessun lombardo possa votare no al quesito Vuoi che una parte rilevante dei 53 miliardi di tasse lombarde che escono dalla Lombardia e non tornano rimangano qui per aiutare chi ha bisogno, per realizzare gli ospedali, per migliorare l'assistenza sanitaria, abolire il bollo auto?». Un primo sì è arrivato da una sponda apparentemente imprevista: i 5 Stelle. «Il referendum è una grande occasione per i lombardi» ha detto il consigliere regionale grillino Dario Violi, riconoscendo che «l'autonomia è una cosa seria» e ricordando che «il quesito referendario è nostro e non siamo qui a discutere di indipendentismo padano o di secessioni farlocche». In effetti il testo uscito dalla Regione è frutto di un emendamento dei 5 Stelle e di un loro accordo che ha permesso al centrodestra di avere in Consiglio i numeri necessari al via libera. E i grillini vogliono giocarsi la partita delle Regionali con una linea non barricadera nei confronti delle forze al governo in Lombardia.

Effettivamente inaspettato invece, il sì del sindaco di Milano Beppe Sala. Mentre esulta il leader leghista Matteo Salvini, da qualcuno accusato di aver abbandonato il federalismo («finalmente - dice - dopo 30 anni ci sarà la possibilità per 15 milioni di lombardi e veneti di esprimersi per chiedere libertà, autonomia, soldi, possibilità di scegliere») il sindaco della più importante piazza amministrata dal Pd, Sala, attacca: «Non è un tema che appartiene alla Lega ma un po' a tutti». Poi precisa: «Tema giusto ma referendum assolutamente inutile». E infine annuncia: «Se si farà io consiglierò a tutti di votare positivamente.

Ma avrei preferito un tavolo di discussione evitando i costi di un referendum».

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