Economia

Siberia, l'ultimo approdo per i nostri imprenditori

Il "pioniere" Preatoni punta su alberghi e resort made in Italy. Ma a frenare gli investitori sono ancora le sanzioni Ue

Siberia, l'ultimo approdo  per i nostri imprenditori

È nel grande freddo della Siberia la nuova frontiera per gli investitori italiani più audaci. Quelli che da anni lavorano alla ricostruzione dell'economia di mercato in Russia e si propongono per occupare lo spazio aperto di una classe imprenditoriale insufficiente per le necessità. Ma le sanzioni decise dall'Ue per la crisi ucraina hanno ostacolato i rapporti e portato alla svalutazione del rublo, complicando il percorso. Ora che l'abbattimento dell'aereo russo sul Sinai rivendicato dall'Isis ha colpito direttamente la Russia e Vladimir Putin ha assunto un nuovo ruolo antiterrorismo, sembra concreta la possibilità di superarle e si aprono nuovi scenari.«C'è stato un forte calo negli affari - spiega Vladimir Gorodetsky, governatore della capitale della Siberia, Novosibirsk - con gli imprenditori stranieri dopo le sanzioni Ue e le nostre misure in risposta. Ma questa regione ha enormi potenzialità, prevediamo una crescita del 6-7 per cento del prodotto interno per il prossimo anno e abbiamo avuto 41 milioni di dollari di investimenti commerciali dai partner stranieri tradizionali, Italia compresa. Per noi è importante la collaborazione con gli altri Paesi: se cadranno le sanzoni i contatti avranno grande impulso. Credo che la minaccia del terrorismo mondiale ci aiuterà a riavvicinarci, solo tutti insieme possiamo contrastarla».Il governatore partecipa all'inaugurazione di un hotel di lusso - 11 piani e 218 camere - al centro di Novosibirsk, realizzato dall'italiano Ernesto Preatoni, pioniere in queste terre gelate come nel caldo Mar Rosso dove ha «scoperto» Sharm el Sheik. Da 15 anni punta sulla Russia e sulla Siberia. I suoi investimenti da qui al 2020 prevedono 250 milioni di euro per 6 progetti, tra alberghi e centri residenziali, per un valore di mezzo miliardo di euro. «La Siberia - dice Preatoni - è una delle regioni russe col più forte sviluppo ed è una grande opportunità. La capitale è un nodo vitale per i trasporti, si trova sulla Transiberiana e ha due aeroporti. È uno dei più importanti centri industriali della Russia: migliaia di manager vengono qui per lavoro, ma le strutture ricettive sono ridotte. Così ho deciso di investire 45 milioni di euro per costruire questo albergo. Purtroppo con le sanzioni le banche occidentali non possono finanziare quelle russe. Se fossero superate i tassi scenderebbero e noi investitori potremmo contare sui finanziamenti bancari».La città è la terza del Paese, dopo Mosca e San Pietroburgo, con oltre 2 milioni di abitanti, ospita il più grande centro Expo della Siberia e una trentina di hotel, di cui solo 3-4 di standard internazionale. Nelle prossime settimane è attesa una delegazione di imprenditori lombardi, in arrivo dopo l'incontro di giugno di Gorodetsky con il governatore Roberto Maroni per firmare un accordo di collaborazione. «A Milano - racconta Gorodetsky - ho visto grande interesse. Una settimana fa, in un incontro a Mosca al ministero degli Esteri con 113 rappresentanti di missioni straniere, abbiamo presentato il piano delle prospettive di sviluppo della regione. Solo nel 2014 sono stati realizzati 2,4 milioni di metri quadri di appartamenti e le previsioni di crescita non sono certo all'apice».In Russia il Made in Italy è sempre apprezzato, come le nostre capacità imprenditoriali. Il Domina hotel di Novosibirsk è stato realizzato in 4 anni. L'impresa è russa, il progetto è nato nello studio sul lago di Como dell'ingegnere Giuseppe Rustignoli e dell'architetto Emiliano Sciacca, al lavoro su altri 4 hotel di Preatoni in Russia dopo aver seguito la realizzazione di quello a San Pietroburgo, 3 anni fa. Stile italiano: tinte forti e design modernissimo. Con lo stesso team Preatoni tirerà su un avveniristico grattacielo a Ekaterinburg, capitale degli Urali: 19.200 metri quadri per cento appartamenti di lusso da realizzare entro il 2019.

E poi c'è Kaliningrad, l'enclave sul Mar Baltico, dove entro il 2017 sarà finito un hotel da 168 camere.

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