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"La Sicilia laboratorio nazionale. Siamo noi l'alternativa ai grillini"

Il senatore azzurro apre la campagna elettorale a Palermo: "Temo che la rabbia dei cittadini li porti a disertare le urne"

"La Sicilia laboratorio nazionale. Siamo noi l'alternativa ai grillini"

«Il centrodestra è in grado di fare dimenticare un'era oscura che va cancellata con una scelta di qualità, di coesione e di responsabilità». È l'appello alla responsabilità quello che il senatore Renato Schifani lancia ai siciliani che tra un mese voteranno per spazzare via Rosario Crocetta. Proprio l'ex presidente del Senato, oggi, aprirà la campagna elettorale azzurra a Palermo con una grande convention.

Senatore Schifani, questa volta siete uniti. La riscossa del centrodestra riparte dalla Sicilia?

«Ho voluto organizzare personalmente la manifestazione per chiamare a raccolta i simpatizzanti di Forza Italia e condividere la scelta strategica del binomio Gianfranco Miccichè-Nello Musumeci e realizzare il programma che cinque anni fa saltò. Allora perdemmo perché divisi, ma Musumeci prese più delle liste che lo sostenevano, segno del suo radicamento. E Miccichè oggi è il grande artefice dell'unità della coalizione.».

Nei sondaggi siete in testa...

«Si. Noi abbiamo liste fortissime e candidati di qualità. Il nostro avversario non è il centrosinistra ma i grillini, che operano con le vecchie tecniche denigratorie. Ma mi preoccupa che il pessimo governo Crocetta distintosi per inaffidabilità e poltronismo abbia determinato sconforto e rabbia nei siciliani, e che questo li porti a non votare o a votare M5s per protesta».

Demopolis stima l'astensionismo in Sicilia al 56%.

«È un pessimo segnale che va che va contrastato, perché il non voto potrebbe essere la risposta dei siciliani delusi».

Come lo contrastate?

«Rispondiamo con la bontà dei nostri programmi e con gli uomini messi in campo per il governo della Regione come Musumeci, Armao, l'ex rettore Lagalla che abbinano altissima qualità e competenza».

A proposito di Armao, c'è stata tensione per il mancato inserimento nel listino.

«Dispiace per la vicenda nel suo complesso. Ma Armao per noi è un elemento di punta. La sua preparazione e la sua serietà rafforzano la credibilità della nostra proposta di governo».

Gli attacchi dei grillini sulle vostre liste?

«Rispondo coi fatti. Con Berlusconi premier, io ero capogruppo, abbiamo stabilizzato il 41bis, il carcere duro per i mafiosi, introdotto misure più rigorose sui sequestri, catturato il maggior numero di superlatitanti. Denigrazione e sospetti denotano la pochezza di chi li muove. Forza Italia ha fatto un'attenta selezione delle candidature, con responsabilità e rispettando i principi di garantismo che la distinguono».

Il modello Sicilia di coalizione unita è praticabile a livello nazionale?

«Certo, lo rafforza. L'unità del centrodestra è possibile anche se qualcosa è cambiata, la Lega di Salvini non è quella di Bossi, c'è una forte competitività interna. Ma sulla leadership non si discute. Berlusconi è il leader carismatico e fondatore del centrodestra italiano. E non può essere messo in discussione».

Cosa ne pensa del simbolo, Rivoluzione Italia, depositato da Berlusconi?

«Fa parte dello sforzo di costruire la quarta gamba del centrodestra per aggregare il popolo centrista per ora frastagliato.

Lasciamo lavorare in pace il grande manovratore».

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