Politica

Sicilia, vacanze a fuoco Via in barca 700 turisti

Fiamme a San Vito Lo Capo minacciano un resort: salvati da Guardia costiera e motoscafi

Simone Di Meo

Li hanno salvati le motovedette della guardia costiera e i motoscafi dei privati, i 700 turisti rimasti intrappolati nel villaggio turistico di Calampiso, a San Vito Lo Capo (Trapani). Le fiamme avevano accerchiato la struttura, spinte a Sud dal vento. I villeggianti sono stati fatti imbarcare dal porticciolo e trasferiti d'urgenza in una scuola della città dove sono stati visitati e rifocillati. «Siamo scappati in costume e ciabatte ha raccontato una donna subito dopo . Non ho nulla, solo il cellulare. Abbiamo lasciato tutto lì per la paura. Dalla barca, il villaggio non si vedeva più. Era avvolto dal fumo».

Allarme rosso anche a Catania e a Messina dove le lingue di fuoco hanno minacciato le abitazioni. Stessa situazione nel villaggio di Salice e nel vallone Scaldaferro, tra Enna e Calascibetta, a causa di un focolaio divampato a contrada Ferrarelle sull'autostrada A 19 Palermo-Catania. In Sicilia sono in totale 17 le aree colpite, il record in Italia. Tre diverse procure (Enna, Messina e Catania) stanno indagando per individuare i responsabili di questo attacco concentrico.

La situazione più grave resta però quella del parco nazionale del Vesuvio, in provincia di Napoli: da 48 ore la montagna sta bruciando e, fino alla tarda serata di ieri, solo uno dei quattro roghi attivi era stato domato. Una densa e puzzolente colonna di fumo si leva dal cono creando un inquietante effetto eruzione. La Procura del capoluogo si è già messa al lavoro in coordinamento con quelle di Torre Annunziata e di Nola perché altri incendi stanno esplodendo un po' ovunque nella zona metropolitana (da Pomigliano d'Arco a Sant'Anastasia).

Le forze dell'ordine hanno trovato dieci diversi inneschi (è stata smentita la notizia che siano stati utilizzati gatti per appiccare le fiamme nelle pinete) e hanno risolutamente imboccato la strada della matrice camorristica. I 12 roghi che, da lunedì sera, hanno polverizzato oltre 70 ettari di macchia mediterranea sono di sicuro di origine dolosa. Un «messaggio dei clan», secondo gli inquirenti, «una rappresaglia per gli abbattimenti di decine di abitazioni abusive che, in questi mesi, si sono susseguiti nelle aree protette del parco». La mano dei boss sarebbe anche dietro gli incendi sul monte Faito dove gruppi di trafficanti concorrenti appiccherebbero il fuoco alle coltivazioni di cannabis dei rivali. E, mentre i ministri Galletti e Pinotti ipotizzano l'invio dell'esercito in Campania, nelle città maggiormente esposte si corre ai ripari. A Torre del Greco, il sindaco Ciro Borriello ha ordinato la sospensione dei campi estivi e delle attività commerciali e scolastiche.

Criticità pure nelle altre province. A Benevento è stato arrestato un piromane un coltivatore diretto, Angelo Nicolella Gentile con accendino ed esche nei pressi di un bosco. In attesa della giustizia terrena, è stato il cardinale Crescenzio Sepe a scomunicare chi «ha voluto uccidere l'ambiente» mettendosi «fuori dalla grazia di Dio».

In Calabria allarme rosso, invece, in sei siti. Canadair in azione a Taverna, nella Presila Catanzarese, e nei Comuni di Reggio Calabria, Mammola, Bagnara, Cittanova e Melito Porto Salvo. Leggermente migliore la situazione in Sardegna dove le criticità hanno riguardato solo un rogo in Gallura.

Nella sola giornata di ieri, complessivamente sono arrivate alla Protezione civile nazionale 47 richieste di soccorso con Canadair per 13 roghi spenti.

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