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La sicurezza arriva dal cielo Droni a vigilare stadi e cortei

I velivoli senza pilota potranno essere usati dalle forze dell'ordine anche in ambito repressivo e investigativo. Filmano e inviano immagini in diretta

La sicurezza arriva dal cielo Droni a vigilare stadi e cortei

Droni «Predator» sopra gli stadi e sulle piazze «calde», per controllare cortei e manifestazioni a rischio. Gli aeromobili a pilotaggio remoto dell'Arma Azzurra, già impiegati dall'Italia in Afghanistan e a Gibuti, da oggi sorvoleranno i nostri cieli con una certa frequenza. Il capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica, generale Pasquale Preziosa, ha firmato infatti un accordo con il Capo della Polizia, prefetto Alessandro Pansa e con il comandante generale dell'Arma dei carabinieri, generale Leonardo Gallitelli, che prevede la cooperazione tra i tre Corpi.

I velivoli senza pilota, che fino ad oggi hanno sorvolato soprattutto i territori teatro di conflitti bellici, aiuteranno agenti e carabinieri, se ne faranno richiesta, a svolgere le loro attività istituzionali. Verranno così impiegati con compiti differenti, sia in ambito di prevenzione che di repressione. «È un grande momento - ha spiegato ieri pomeriggio il generale Preziosa, siglando l'intesa -. La tecnologia esce dagli hangar e si mette al servizio delle forze di polizia, per aumentare il livello di sicurezza dei nostri cittadini».

Fino ad oggi questi droni, capaci di superare i 400 chilometri l'ora, sono stati usati dentro i nostri confini solo per esigenze di sicurezza nazionale e protezione civile, come nel caso del vertice intergovernativo italo-russo di Bari del marzo 2007 e nel «G8» Dell'Aquila del luglio 2009. Attualmente hanno avuto un ruolo importate anche in ambito Mare Nostrum. Fuori dal Paese, invece, sono stati impiegati a supporto dei nostri militari in Afghanistan, a Gibuti, in Iraq, Kosovo, Libia e Kuwait, per rilevare in tempo reale la presenza di minacce tra cui ordigni esplosivi, effettuare missioni in zone operative ostili e acquisire informazioni sul territorio.

Ma adesso si cambia registro e quando ce ne sarà bisogno questi angeli custodi meccanici si alzeranno dalla base di Amendola (Foggia) per diventare gli occhi di polizia e carabinieri. Per tifosi violenti, manifestanti facinorosi e criminali si preannunciano quindi tempi difficili.

Ma i Predator, che hanno un'autonomia di venti ore, verranno usati anche in caso di grandi disastri naturali. Pilotati da terra dall'Aviazione, una volta alzati in volo attraverso sensori elettro-ottici, infrarossi e radar, raccoglieranno immagini e informazioni sul territorio che altrimenti non sarebbe possibile ottenere in modo differente. Queste, dopo essere state analizzate e decodificate dall'«intelligence», verranno messe a disposizione delle forze dell'ordine, anche per indagini di rilevanza.

«Saranno un moltiplicatore di sicurezza perché messi nei punti opportuni sono in grado di fornire le informazioni sul terreno ma anche di rappresentare una fonte di protezione per poliziotti e carabinieri che lavorano sul territorio», ha sottolineato Preziosa. «Questa firma è un esempio di ottima collaborazione tra organi dello Stato, anche ai fini del contenimento della spesa pubblica - ha aggiunto il prefetto Pansa -. Si tratta di strumenti complessi e costosi e noi con questo accordo abbiamo acquistato a prezzo zero il meglio che c'è sul mercato».

Anche il comandante generale dei carabinieri ha ribadito il «principio di economicità» che è alla base di questo accordo. «L'unico costo - ha spiegato soddisfatto il generale Gallitelli - sarà quello relativo al volo dell'apparecchio.

Ma i droni verranno utilizzati solo a ragion veduta, con compiti di prevenzione e repressione».

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