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Dal "signor Conte" a Carola: tutti i nemici del Capitano

«Premier servitore di due padroni, Rackete viziatella» Sul palco porta la bimba di Bibbiano: scoppia il caso

Dal "signor Conte" a Carola: tutti i nemici del Capitano

È il «signor Conte» il bersaglio principale di Salvini. Lo definisce «servitore di due padroni» e «presidente buono per tutte le poltrone», tra i fischi e i «buffone!» del popolo leghista rivolti all'ex premier gialloverde. «I sussurri con la Merkel e Macron li lasciamo ai traditori del popolo» dice il leader illustrando una foto di Conte che confabula con la cancelliera tedesca, la quale «ha difeso gli interessi dei tedeschi» mentre il premier italiano «ha svenduto il futuro del suo popolo». «Che vergogna Conte andare nelle zone terremotate senza incontrare i terremotati. Che profonda vergogna, gli avrebbero chiesto del nulla che ha fatto per un anno».

Su Di Maio invece il leader leghista non vuole infierire: «Non cambio idea, è un amico anche se cambia fronte. Non finisco a insultare le persone con cui ho lavorato, ma mi spiace che la rivoluzione del M5s si trasformi in una svendita di poltrone in Umbria con il cappello in mano dal Pd per un posto da assessore o da consigliere». Ai leghisti chiede pazienza perché «questi possono scappare per qualche tempo ma non possono scappare dal voto all'infinito», mentre invita i segretari del partito ad «aprire le porte della Lega agli italiani di buona volontà schifati dal tradimento di chi ha venduto la dignità in cambio della poltrona».

Un'operazione di allargamento del partito che include anche lo sfoltimento degli opportunisti saliti sul carro leghista per convenienza, «se si perde qualche falso amico meglio così, vuol dire che era un poltronaro». Torna la Lega di lotta, dopo quella di governo: «Questa è l'Italia che vincerà. Oggi senza ministeri celebriamo la nostra vittoria. Ce li prenderemo con trasparenza e con gli interessi», è la promessa del segretario che rasscura i militanti: «non mollo e non mollerò mai, non cambierei la mia vita con un Conte e Di Maio o un Renzi qualunque». Per l'ex ministro lo scontro è tra «due idee di futuro rispettabili ma innegabilmente diverse, da una parte la liberta il coraggio e il patriottismo di Oriana Fallaci, dall'altro i tifosi esterofili di una viziatella comunista come Carola Rackete. La signorina mi ha denunciato, non vedo l'ora di andare a processo per guardarla in faccia a testa alta».

Sul fronte immigrazione vede nero: «L'Italia tornerà ad essere un campo profughi. Ci sono stati 200 sbarchi a Lampedusa nelle ultime ore. Le ong hanno festeggiato. Se smonteranno il decreto sicurezza sarà un'altra occasione per la consultazione popolare». Per caricare il suo popolo annuncia provvedimenti di un futuro governo leghista, «hanno già cancellato la flat tax, ma noi ci stiamo lavorando, tassa piatta al 15% per chi lavora e per chi crea lavoro». Sul fronte fiscale promette che se il governo aumenterà le tasse sulle case «dovrà passare sul nostro corpo», mentre la tassa sui prelievi bancomat sarebbe «una tassa sulle tasse, il Grande Fratello». Se si vuole combattere l'evasione fiscale si guardi «a quelle grandi multinazionali che fanno affari in Italia senza pagare le tasse sul nostro territorio o alle finte cooperative che sfruttano lavoratori a 3 euro al giorno». Chiude sul palco con una bambina di Bibbiano, altro tema di battaglia contro la sinistra ora alleata dei grillini.

Specie in Emilia Romagna, prossima al voto.

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