Cronache

Simon, accuse al Parco: "Manca la sicurezza"

Nel mirino i sentieri vecchi e in disuso. Post di due volontari: ti sei perso nel Paese sbagliato

Simon, accuse al Parco: "Manca la sicurezza"

Questa mattina all'ospedale di Sapri ci sarà l'autopsia sulla salma del 27enne Simon Gautier. Tutto lascia prevedere la conferma di quanto emerso dall'esame esterno del corpo: il giovane escursionista dovrebbe essere morto per la rottura dell'arteria femorale dopo la rovinosa caduta in un dirupo.

Nel frattempo si susseguono i messaggi di cordoglio e scuse alla famiglia dello studente francese che da due anni viveva a Roma e voleva prendere il Dottorato in Storia dell'Arte moderna. «Ci scusi signora Delphine e scusaci te Simon, ma ti sei perso nella nazione sbagliata», recita un messaggio apparso sul profilo Facebook di Alta Prospettiva, azienda che si occupa di produzione di droni. «Usciamo sconfitti da una battaglia durata giorni - prosegue il post-. La speranza era di trovarti in un cunicolo, ferito ma non morto. Ti chiediamo scusa da parte di tutti noi che non abbiamo saputo intervenire nel modo e nei tempi giusti». Ma, nonostante le ricerche, per Simon non c'è stato niente da fare. Anche perché - secondo quanto riferisce il direttore del 118 Basilicata Serafino Rizzo - il giovane non rispose ai numerosi sms inviati dal 118 che lo avrebbero localizzato. «Ne sarebbe bastata una di risposta e lo avremmo inquadrato». Di questo si occuperà la Procura di Vallo della Lucania che ha già aperto un'indagine sulla macchina dei soccorsi, sul solito rimpallo di competenze e sul presunto ritardo dell'Italia nell'applicazione del sistema di geolocalizzazione satellitare europeo per le emergenze. Ritardo sul quale è tornato il presidente del 118-Basilicata Mario Balzanelli. «Se questo incidente si fosse verificato in Francia Simon sarebbe forse vivo. Siamo in ritardo di 10 anni sulla tecnologia salvavita e ancora stiamo aspettando».

La vicenda di Simon Gautier racconta di scommesse ardite e di luoghi apparentemente inaccessibili. Non certo a tipi come Saverio Gagliardo, detto «lupo», che questi intrighi di rocce e trappole disseminate lungo la costa della Masseta le conosce a menadito. Boschi e burroni che doma ogni giorno quando porta al pascolo le pecore e fronteggia cinghiali e lupi (di qui il soprannome) come se niente fosse. Lupo ha voce in capitolo e ha raccontato la sua versione al Corriere della Sera. A suo dire le responsabilità non sarebbero solo del ragazzo. Anzi. «Si è messo in cammino in una delle zone più pericolose del Cilento. Ma chi gestisce quel pezzo di costa - dice - pensa più alle inaugurazioni e alle passerelle che ai sentieri da battere. Non esistono tabelle o mappe per questi escursionisti. Molti camminamenti sono sbarrati dalla vegetazione, altri sono vecchi o in disuso».

Il 2 agosto il ministro per l'Ambiente Sergio Costa aveva inaugurato la terrazza del pianoro di Ciolandrea. «Non bastano il lutto cittadino e le fiaccolate in memoria di questa vittima della nostra terra aggiunge il pastore Ora è tempo di rimboccarsi le maniche, che questa tragedia sia da monito per turisti ed istituzioni». Nel 1974 un cercatore di origano perse la vita a poche decine di metri da dove è avvenuto l'incidente di Simon.

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