Politica

La sindaca inguaia i 5 Stelle: "I vertici sapevano tutto"

La Capuozzo davanti ai pm coinvolge Fico: partecipò a una riunione su Quarto. E lui ammette: la vidi anche a novembre. Ira grillina contro il Pd, Casaleggio: "Buttano fango, la pagheranno"

Il sindaco di Quarto Rosa Capuozzo a una manifestazione di sostegno
Il sindaco di Quarto Rosa Capuozzo a una manifestazione di sostegno

Roma - Iniziano a filtrare le prime indiscrezioni sul contenuto dell'interrogatorio sostenuto dal sindaco di Quarto, Rosa Capuozzo, davanti al procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli e al sostituto Henry John Woodcock, titolari dell'inchiesta sulle infiltrazioni camorristiche nell'amministrazione del comune flegreo. La prima riguarda la soddisfazione degli stessi inquirenti. Per la prima volta (quello di giovedì scorso era il quinto interrogatorio della Capuozzo) le risposte del sindaco sarebbero state in linea con i verbali delle intercettazioni. La Capuozzo avrebbe - sempre stando alle indiscrezioni - confermato la presenza di Roberto Fico, presidente della Commissione di vigilanza e membro del direttorio dei 5 Stelle, a una riunione con i consiglieri comunali di maggioranza per tentare di sanare alcune fratture sulla gestione politica del Comune. Una rivelazione che ha già dato la stura a un teoria di commenti di chi non ha mai creduto alla «superiorità morale» del movimento fondato da Grillo e Casaleggio. Quella presenza di Fico alla riunione potrebbe sbugiardare la difesa assunta proprio dal direttorio all'indomani delle rivelazioni delle pressioni ricevute dal sindaco di Quarto da parte di un ex consigliere del movimento, Giovanni De Robbio. «Se, come appare dalle notizie riportate - suggerisce il senatore del Pd Francesco Verducci - Roberto Fico, era informato e partecipava a riunioni con i Cinque stelle di Quarto, in cosa è diversa la sua responsabilità da quella della sindaca di Quarto e degli altri consiglieri comunali Cinque stelle? Fico chiarisca e dia risposte. Le zone d'ombra sono troppi e troppo pesanti per tacere». «Ci diranno - gli fa eco il compagno di partito Andrea Romano - che avevano parlato della ricetta della pastiera? O magari tra un po' sentiremo i furbetti del direttorio intonare a una voce: Capuozzo chi? La verità non è di casa nel partito azienda della Casaleggio associati». Fico ha poi ammesso, ieri in serata, la sua presenza a luglio scorso a una riunione del gruppo consiliare e di avere incontrato il sindaco lo scorso novembre: «Incontrai la Capuozzo dopo il suo interrogatorio».

Casaleggio intanto ha riunito un ristretto gruppo di parlamentari per discutere della strategia difensiva da tramutare al più presto in offensiva. Sì, perché i vertici del Movimento vedono nel Pd la regia occulta del fango mediatico gettato prima su Quarto e ora anche su Pomezia (due dei Comuni amministrati dai 5 Stelle). Un'operazione di disinformazione che è stata messa nero su bianco in un'interrogazione parlamentare contro i servizi del Tg1 sulla vicenda Quarto. Servizi sproporzionati, secondo la grillina Dalila Nesci, rispetto all'assordante silenzio sulla vicenda che vede coinvolto il sindaco pd di Catania. «Buttano fango su di noi ma la pagheranno cara», tuona Casaleggio. Poi però il vertice si divide sul comportamento da tenere da qui alle Amministrative di fine primavera. I falchi vorrebbero interrompere il dialogo con il Pd renziano e soprattutto smettere di fare da stampella del governo sui punti convergenti (come a esempio il ddl Cirinnà sulle unioni civili). Posizione poi risultata minoritaria, visto che tra i dogmi del movimento c'è quello di votare tutti i provvedimenti considerati utili senza discriminazioni politiche. Però la guerra si farà. Di Maio e Di Battista si dichiarano pronti a spostare in televisione il duello. Anzi, lanciano la sfida direttamente al ministro Boschi e al capo del governo: «In tv contro di loro. Quando vogliono».

Intanto i due consiglieri dimessisi, dopo lo scontro Grillo-Capuozzo, non verranno sostituiti. Gli aventi diritto che avrebbero dovuto prenderne il posto hanno rifiutato di entrare nel consiglio comunale senza il simbolo 5 Stelle. La maggioranza, ovviamente regge, visto che conta ancora 14 consiglieri su 23. Ma è di certo, questo, un punto a favore degli «epuratori».

Commenti