Sisma Centro Italia

Il sindaco si chiama fuori: "Amatrice è la parte lesa"

Pirozzi invita Renzi a chiedere i danni. Grasso: "Non possono crollare per primi gli edifici simbolo"

Il sindaco si chiama fuori: "Amatrice è  la parte lesa"

nostro inviato a Amatrice (Ri)

Se a Rieti il procuratore capo Giuseppe Saieva annuncia di volerci vedere chiaro sui crolli di Amatrice, a cominciare da quelli «eccellenti» - ospedale, scuola, caserme - nella città della pasta il magistrato trova una sponda nel presidente del Senato, Pietro Grasso, arrivato nel pomeriggio in visita agli sfollati e ai soccorritori ancora al lavoro (ieri sono state individuate altre tre vittime, ancora da recuperare). Prima di lasciare in elicottero Amatrice, dopo averla visitata accompagnato dal sindaco Sergio Pirozzi, Grasso ha elogiato i soccorritori e la generosità degli italiani, riservando però una stoccata a chi è responsabile dell'adeguamento sismico degli edifici, soprattutto di quelli pubblici. «Se gli interventi - ha spiegato la seconda carica dello Stato - non si fanno a regola d'arte per il rischio sismico, tanto che poi crollano scuole, ospedali, caserme e palazzi nuovi, fatti dopo la legge antisismica del 1984, all'ora siamo un Paese meraviglioso per solidarietà, ma carente per il rispetto delle regole». Camminando tra le caserme sbrecciate e inagibili, il presidente del Senato ha plaudito alla «doverosa» iniziativa della magistratura, ricordando che dopo lustri e lustri gli italiani pagano ancora persino le accise per il terremoto del Belice, nonostante ormai lì siano emigrati in tanti, estinguendo una comunità. Un rischio che ad Amatrice nessuno vuole correre, né il sindaco né i cittadini, che proprio incontrando Grasso hanno chiesto di aiutarli a evitare una diaspora del paese distrutto dal terremoto, «dobbiamo raccogliere questa istanza e provvedere», ha spiegato ancora il presidente del Senato, indicando come priorità la riapertura di una scuola elementare in tempo per l'anno scolastico (il ministro Giannini verrà qui mercoledì per incontrare Pirozzi), così da evitare il trasferimento dei bambini, e la ricostruzione di ospedali e caserme. «È successo che i simboli della comunità sono stati i primi a crollare - ha concluso Grasso - e questo non può avvenire».

Quanto alla scuola, tra il centinaio di edifici danneggiati o crollati su cui la procura di Rieti ha concentrato le proprie attenzioni, il finanziamento regionale era stato concesso non per adeguarlo alla normativa antisismica ma con la giustificazione di intervenire per «miglioramento e riparazioni». «Resta il fatto che, se dalle indagini emergesse che i lavori non l'hanno migliorata, quella scuola, la ditta che se n'è occupata dovrà renderne conto a noi, che siamo stati gabbati, e dovrà risarcire non solo Amatrice ma tutta l'Italia, che da questa vicenda sta subendo un danno di immagine». Con le telecamere delle TV straniere perennemente puntate su quell'istituto che cade a pezzi a pochi anni dai lavori. Pirozzi ribadisce che lui e il comune di Amatrice sarebbero insomma parte lesa, se ci fossero responsabilità nel crollo non dipendenti dall'eccezionalità della scossa di oltre due minuti. E anzi invita Renzi e il governo a fare altrettanto. Per i lavori in zone sismiche, citando ancora Grasso, servirebbero insomma non solo le risorse ma anche «persone competenti e oneste», consapevoli che un intervento sciatto può costare vite umane.

Il sindaco ci spera. Crede che la ricostruzione di Amatrice sia possibile e che sia anche una grande occasione per i vertici delle istituzioni. «Potrebbe essere la prima ricostruzione sicura e in tempi certi. Anche Renzi sa che la partita è delicata, ci si gioca la riconciliazione tra classe politica e popolo». Dimostrando anche all'estero, insiste Pirozzi, che indossa ancora la felpa con la scritta «Amatrice», che in Italia «facciamo anche cose straordinarie, e non siamo certo solo mafia e spaghetti». Sulle modalità e sulla road map della ricostruzione, tra l'altro, secondo il primo cittadino sono tutti d'accordo, da Renzi a Mattarella, da Grasso a Del Rio. «Se il team è unito - chiude Pirozzi, allenatore di calcio - la squadra è pronta a vincere il campionato».

Ripartendo dalle macerie.

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