Politica

La sindrome del compagno che sbaglia

L'indignazione non si registra mai quando i No Tav aggrediscono le forze dell'ordine, quando i "ragazzi" dei centri sociali devastano le città

La sindrome del compagno che sbaglia

Ci sono cretini e cretini. Alla macabra borsa dei crimini, secondo Repubblica, un fumogeno lanciato da quattro cretini contro la propria sede vale molto di più di una bomba fatta esplodere da altri loro colleghi cretini contro i carabinieri. Perché, dicevamo, ci sono cretini e cretini e i cretini fascisti - chissà come mai! - sono sempre più pericolosi di quelli anarchici o di quelli comunisti.

Così ieri il quotidiano di Mario Calabresi ha dedicato 3 pagine 3 al ritorno dell'«onda nera», grande battaglia mediatica che vede Repubblica impegnata nel tentativo di riportare il calendario del Paese agli Anni Venti. Invece le bombe contro i carabinieri di giovedì a Roma, rivendicate dagli anarchici come un atto «di guerra contro lo Sato» sono scivolate in un misero articolo a pagina 26. Tra i fattacci di cronaca nera. Come se l'eversione anarchica o rossa, quella che piazza l'esplosivo e prende a sassate i poliziotti, non fosse un problema politico, ma una bagattella, lo sfogo di quattro teste calde.

Ognuno, legittimamente, ha la propria gerarchia di notizie, la propria scala di valori, ma è bene sapere che, dunque, un braccio teso mette a rischio la democrazia più di una bomba potenzialmente letale.

Il giornale fondato da Scalfari è dalla scorsa primavera impegnato nella creazione di una grande fake news: il ritorno del fascismo. Tutto ebbe inizio con l'emergenza democratica dello stabilimento balneare di Chioggia, il lido fascista che per settimane ha tenuto banco come se fosse il trailer dell'arrivo delle squadracce nere pronte a marciare sulla capitale. Un allarme talmente infondato che persino la procura ha archiviato il caso come folklore. E da lì in poi un crescendo quotidiano di allarmi per la tenuta democratica del Paese: dalla vendita di gadget del Ventennio all'irruzione a Como. Atto idiota e deprecabile ma - non prendiamoci in giro - non certo il preludio di un ritorno delle camicie nere.

E, a forza di insistere, la fake news si è auto avverata e quattro cretini in maschera si sono presentati sotto la sede di Repubblica per leggere i loro proclami deliranti. Solidarietà e indignazione generale. Giustamente.

Peccato che questa indignazione non si registri mai quando i No Tav aggrediscono le forze dell'ordine, quando i «ragazzi» dei centri sociali devastano le città distruggendo auto e vetrine di incolpevoli cittadini e quando gli anarchici mettono le bombe per diffondere le loro idee criminali.

Perché quelli, alla fine, sono sempre compagni che sbagliano e comunque sbagliano sempre meno dei camerati.

Ma sottovalutare il pericolo dei cretini è proprio da cretini.

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