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La sinistra lancia l'allarme persino per il "cane fascista"

A Monza i dem contro il pastore tedesco antidroga "Narco della Decima Mas". Ma il nome deriva dall'allevamento

La sinistra lancia l'allarme persino per il "cane fascista"

A sinistra l'ossessione del fascismo inizia a prendere una piega preoccupante. L'estate scorsa c'era stato il bagnino fascista di Chioggia trattato come una grave minaccia alla democrazia italiana, poi il tabaccaio di Modica subito denunciato - dopo un rapido intervento dei carabinieri, manco fosse un narcotrafficante - per una foto di Mussolini dietro la cassa, quindi un'infinità di allarmi e di preoccupate disamine sul Paese ormai piombato in un nuovo Ventennio, fino alla proposta di legge Fiano: due anni di galera anche solo per un gadget legato all'epoca fascista. Finora però l'allarme si era limitato alla specie umana. Il Pd invece è intenzionato ad andare oltre e sospettare di apologia di fascismo anche i quadrupedi, soprattutto se pastori tedeschi, razza canina notoriamente incline al nazionalsocialismo. Così è subito balzato all'occhio del solerte consigliere comunale Pd a Monza, Marco Lamperti, il curriculum mussoliniano di Narco, il cane-poliziotto in dotazione all'unità cinofila dei vigili di Monza per il contrasto dello spaccio di droga.

Il consigliere piddino ha notato che nella determina dell'Ufficio sicurezza del Comune si fa riferimento al cane come «Narco della Decima Mas», nome che rievoca la divisione speciale della Repubblica Sociale Italiana. Per il piddino, un pedigree inaccettabile, «forse non tutti sanno o si ricordano cosa ha rappresentato» ha tuonato in aula Lamberti presentando un'interrogazione alla giunta sul cane fascista in dotazione ai vigili. In realtà il povero Narco, pastore tedesco di due anni e mezzo, non è un veterano della Repubblica di Salò, né un discendente di un cane repubblichino, né un quadrupede con tendenze dittatoriali. Il fatto della Decima Mas nel pedigree dipende semplicemente nel nome dell'allevamento da cui proviene, appunto il «Decima Mas» di Agugliano, in provincia di Ancona, specializzato nell'addestramento di cani destinati a Polizia, Carabinieri, Gdf e Protezione civile (con una lista lunghissima di premi e riconoscimenti). Il nome di pedigree riconosciuto dall'Ente nazionale cinofilo è insomma quello, Decima Mas, ed è lo stesso di molti altri cani poliziotto provenienti dallo stesso allevamento, come ha spiegato in consiglio comunale Federico Arena, esponente della Lega e assessore alla Sicurezza di Monza. Approfittando dello svarione per ironizzare sulla psicosi piddina sul fascismo dilagante: «Ho un goniometro e posso assicurare che in ogni movimento della sua zampa, Narco non fa il saluto romano. Ma non solo. Abbiamo fatto dei controlli nella sua cuccia e non abbiamo trovato busti di Mussolini. Le assicuro che non è un pericoloso fascista. Avvisate però l'onorevole Fiano, prima che presenti un'interrogazione urgente in Parlamento» ha risposto l'assessore leghista (che ha un cane, di nome Bobo, «come Maroni, chiederò ai censori del Pd se devo cambiare anche il suo di nome»). Una magra figura per il Pd, che però ha un precedente. Ad Albenga, due anni fa, il Comune (sindaco Pd, con l'appoggio anche della Cgil), bloccò l'arrivo di un cane antidroga proprio perché marchiato col nome dell'allevamento Decima Mas: «Non vogliamo un cane da un allevamento che parla fascista».

Quando si dice i problemi del paese reale.

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