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Nell'indagine su Siri spunta una tangente da 30mila euro

Nel mirino dei pm una mazzetta da 30mila euro che Arata avrebbe consegnato a Siri. Il sottosegretario non avrebbe saputo che dietro c'era il "re dell'eolico" Nicastri

Nell'indagine su Siri spunta una tangente da 30mila euro

Una tangente da 30mila euro. A tanto ammonterebbe la mazzetta consegnata - secondo la procura - da Paolo Arata al sottosegretario Armando Siri in cambio di una norma da inserire nel Def e che avrebbe consentito di ampliare i finanziamenti per il settore del mini eolico retrodatando la concessione al momento della costituzione di alcune società dell'imprenditore Vito Nicastri, il "re dell'eolico".

Come rivela l'Adnkronos, secondo i magistrati della Dda di Palermo e di Roma che indagano sulla vicenda, il politico leghista e sottosegretario ai Trasporti - anche lui indagato - non avrebbe però saputo dei rapporti tra Arata e Nicastri e la somma sarebbe stata consegnata nell'abitazione del professore genovese.

Nel mirino delle toghe c'è l'emendamento (mai approvato) che avrebbe dovuto fare "retroagire" l'attivazione dei finanziamenti stanziati per alcuni progetti legati alle energie rinnovabili, in modo da permettere anche a una delle società di Vito Nicastri di ottenere i fondi. L'imprenditore di Alcamo (Trapani) è da un anno agli arresti domiciliari, ma anche da casa - e nonostante sia stato raggiunto da una maxi confisca da un miliardo di euro - avrebbe continuato, tramite un familiare, a manovrare per fare affari.

Nicastri è ritenuto un prestanome del superlatitante Matteo Messina Denaro, che sarebbe suo socio occulto.

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