Politica

"Isis? L'Italia ha altri impegni". Renzi volta le spalle a Hollande

L'Italia non affiancherà la Francia nei raid contro l'Isis. Il ministro Pinotti: "Non possiamo impegnarci, manca la definizione degli obiettivi militari"

"Isis? L'Italia ha altri impegni". Renzi volta le spalle a Hollande

Tutto come previsto. Il governo si chiama fuori dalla zuffa. Matteo Renzi non darà man forte alla coalizione anti Isis nel bombardare, con raid aerei mirati, i territori dello Stato islamico in Siria. Lo aveva già messo in chiaro dopo il faccia a faccia con il presidente francese Francois Hollande, lo ha ribadito Roberta Pinotti in una intervista a Qn. "L'Italia non interverrà in Siria e in nessun tavolo si è mai parlato di estendere la nostra missione in quel territorio mette in chiaro il ministro della Difes - è una posizione chiara, condivisa fra l’altro anche dal governo precedente".

dMentre la Francia omaggia le vittime degli attentati di Parigi, Renzi volta le spalle a Hollande e chiama l'Italia fuori dalla guerra ai tagliagole dello Stato islamico. Non sarà, infatti, preso alcun impegno per combattere la follia islamista dell'Isis. "Dove non c’è chiarezza di percorso politico che indichi una definizione degli obiettivi militari - spiega la Pinotti - non ci può essere nessun impegno dell’Italia nelle operazioni militari, ma solo diplomatico". Quelle del ministro della Difesa suonano, in realtà come scuse belle e buone per non scendere in prima linea contro lo Stato islamico. La Pinotti ricorda, infatti, che "come numero di uomini impiegati in molte aree di crisi siamo i primi in Europa: in Iraq abbiamo già circa 600 uomini sul terreno che diventeranno 750 con il nuovo decreto missioni". E ancora: "In Kuwait, oltre ai 270 militari dislocati, il nostro impegno si concretizza con l’impiego di quattro tornado che stanno facendo attività di ricognizione: questo è l’assetto che abbiamo deciso e che abbiamo discusso anche in Parlamento". E per la Pinotti questo esimerebbe l'Italia dal prendere parte dai raid contro gli uomini di Abu Bakr al Baghdadi.

Anche rispetto alle tensioni tra la Russia e la Turchia, Roma non riesce a prendere una posizione netta e a condannare il premier Recep Tayyip Erdoğan. Il ministro della Dufesa si limita infatti a rimarcare che "senza una coalizione coesa non riusciremo mai a fermare il terrorismo". E rispetto a "un fenomeno subdolo come il terrorismo anche una cabina di regia comune sarebbe importante". La Pinotti ricorda poi l’impegno della Difesa "con 6.000 militari nelle principali città italiane a tutela dei cittadini, solo a Roma sono 2.200" e con "l'operazione mare sicuro": "I pericoli possono venire anche via mare", ma sarebbe un errore grave "confondere i profughi coi terroristi".

Ma non una parola per condannare i comportamenti ambigui di Ankara.

Commenti