Referendum sulle Autonomie

Zaia chiede lo Statuto speciale. Ma il governo: "Soldi delle tasse non negoziabili"

Martina gela Lombardia e Veneto: "I soldi delle tasse non sono negoziabili". Ma Zaia: "Si occupi di agricoltura, noi trattiamo col premier"

Zaia chiede lo Statuto speciale. Ma il governo: "Soldi delle tasse non negoziabili"

A poche ore dall'esito del referendum, la Giunta della regione del Veneto, riunitasi in sessione straordinaria, ha deliberato all'unanimità un disegno di legge di iniziativa statale per l'Autonomia speciale.

Il governo, però, gela subito gli entusiasmi del fronte del "sì" all'autonomia. In una intervista a Repubblica il ministro Maurizio Martina si affretta a far presente ai governatori leghisti Roberto Maroni e Luca Zaia che le materie fiscali, e anche altre (come la sicurezza), "non sono e non possono essere materia di trattativa". Inizia così, in salita, la trattativa del Nord per avere più soldi e più poteri. Ma su un punto Zaia resta fermo: "Martina si occupa di agricoltura. Il nostro interlocutore sia il presidente del Consiglio".

Quindi, la palla ora passa a Paolo Gentiloni, anche se in serata è arrivato lo stop del sottosegretario agli Affari Regionali Gianclaudio Bressa: "Se tutti facessero come Zaia non ci sarebbe più la Repubblica italiana. Quindi la sua è una provocazione", ha detto all'Adnkronos parlando di "proposta irricevibile": "Zaia non può pretendere nulla, può fare quello che ritiene ma quello che esula dalle sue competenze non lo può pretendere. Può chiedere un confronto per attuare il terzo comma dell'articolo 116 della Costituzione, come sta facendo l'Emilia. Tant'è vero che da domani parte il tavolo di confronto con l'Emilia Romagna"

"Non lo dico io. Lo dice la Costituzione...". Il renziano Martina passa subito all'attacco. I numeri dei referendum sulle autonomie di ieri parlano chiaro. In Lombardia l'affluenza ha superato il 40%, mentre in Veneto ha sfiorato il 60%. Ora il governo Gentiloni è obbligato ad aprire il confronto: non può rimanere sordo dinnanzi a questo voto. "Oggi approviamo la piattaforma negoziale - spiega Zaia a Rtl 102.5 - tratteremo su questa base direttamente con questo governo". Ma da Roma il ministro Martina già sventola gli articoli 116 e 117 della Costituzione per frenare gli entusiasmi dei lombardi e dei veneti. "Questi articoli - spiega a Repubblica - indicano chiaramente gli ambiti su cui ci può essere una diversa distribuzione delle competenze".

Martina è disposto a riconoscere che il dato del Veneto è "un messaggio chiaro", "un mandato degli elettori ad aprire una trattativa". Ma frena subito sul risultato ottenuto in Lombardia. "Qui - dice - parlerei, al contrario, di una sconfitta. Nello specifico, di una sconfitta di Maroni". Al di là dei distinguo del governo, il fronte del Nord è già in marcia. E vuole trasformare i voti incassati ieri in una maggiore autonomia da Roma. E così, a poche ore dall'esito del referendum, la Giunta regionale del Veneto, che si è riunita oggi in sessione straordinaria, ha deliberato all'unanimità un disegno di legge di iniziativa statale per l'autonomia speciale."È il disegno di legge più breve della storia della regione del Veneto", ha affermato Zaia. Ha, infatti, un solo articolo: modifica del primo comma dell'articolo 116 della Costituzione, dopo le parole "Val d'Aosta" sono aggiunte le seguenti "e il Veneto".

"Quindi - conclude il governatore - chiediamo anche la modifica costituzionale affinché il Veneto sia una regione a Statuto Speciale".

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