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Soldi pubblici agli amici per pellicole da flop

Da Veltroni a Salvatores e Rubini: ai registi della gauche fiumi di denaro per film che il pubblico spesso boccia

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Premessa: il finanziamento pubblico delle opere cinematografiche è una giungla. Un rompicapo enigmatico in cui a vincere sono stati troppo spesso autori schierati a sinistra. Soprattutto durante la gestione di Dario Franceschini al ministero della Cultura. Un groviglio burocratico, tra Tax Credit, contributi selettivi, riconoscimento di eleggibilità culturale e contributi automatici. Chi più ne ha più ne metta. Tante opportunità, di cui non ha usufruito la pellicola «C'è ancora domani» di Paola Cortellesi. Un grandissimo successo al botteghino, senza bisogno di ottenere prebende ministeriali.

Nel viaggio delle mancette pubbliche agli autori progressisti è quasi obbligatorio partire da Walter Veltroni. Ex sindaco di Roma, primo segretario del Pd, ministro dei Beni Culturali e tante altre cose. Ora anche giornalista e regista cinematografico. Difficile trovare una sua opera che non sia stata finanziata con contributi pubblici. Almeno quanto è complicato rintracciare un suo film di successo. Partiamo dalla coda. L'ultimo film di Veltroni, Quando, in sala a marzo del 2023, è stato finanziato con un contributo del Mibact e anche della Regione Lazio, governata fino a febbraio di quest'anno da un altro ex segretario del Pd: Nicola Zingaretti. Aiuti pubblici e riconoscimento di «eleggibilità culturale», a fronte di un film considerato noioso da gran parte della critica e con un incasso al Box Office di 618mila euro. Un altro flop. Come tutti gli altri. Anche quelli finanziati con le casse pubbliche. Da La scoperta dell'Alba del 2013 all'oscuro docufilm del 2022 Ora tocca a noi! su Pio La Torre, considerato di «interesse culturale» dal Mibact. Completamente diverso lo spessore di uno dei film che hanno goduto dello stesso finanziamento diretto negato a Cortellesi. Parliamo di Rapito di Marco Bellocchio. Unica cosa in comune con Veltroni? L'appartenenza politica e culturale alla sinistra. Identità mai rinnegata da Gabriele Salvatores, ex militante di Lotta Continua, che di recente ha dichiarato di essere tornato a votare il Pd in occasione delle ultime primarie per scegliere Elly Schlein. Il film Comedians di Salvatores, del 2021, è stato finanziato dal Ministero della Cultura. Ma per quanto riguarda il regista di Mediterraneo, bisogna sottolineare il caso de Il Ritorno di Casanova, uscito a marzo del 2023. Il film di Salvatores ha ricevuto 3 milioni e 269mila euro di contributi pubblici dal Ministero, a fronte di un incasso al botteghino in Italia di 760mila euro.

Comunque meglio de I fratelli De Filippo di Sergio Rubini, ex marito di Margherita Buy, pure lui saldamente schierato a sinistra. Il film del 2021 sui due teatranti napoletani Eduardo e Peppino ha ottenuto quasi 5 milioni di euro di contributi ministeriali complessivi. Solo che l'opera è stata in sala per soli tre giorni e ha incassato quasi 98mila euro. Il film è stato poi mandato in onda su Rai 1 il 30 dicembre del 2021. Scorrendo l'elenco dei finanziamenti del Mibact degli ultimi anni non si contano i titoli sconosciuti e i flop clamorosi, «meritevoli» di contributi altrettanto clamorosi.

Soprattutto se il cuore del regista o del produttore batte per la sinistra.

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