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Solo ora la sinistra si ricorda dei cristiani perseguitati

Nel giorno in cui il Pontefice ricorda il genocidio degli armeni il ministro Gentiloni invita a rompere il silenzio sulle persecuzioni. Ma dopo mesi di silenzio, il Pd si sveglia tardi

Solo ora la sinistra si ricorda dei cristiani perseguitati

“Sulla persecuzione dei cristiani l’Italia è impegnata in Europa a tenere alta l’attenzione e a offrire solidarietà con specifici progetti. Sarebbe da ignavi essere complici di quel silenzio denunciato da papa Francesco”. Nel giorno in cui il Pontefice ricorda il genocidio degli armeni il ministro Paolo Gentiloni, intervistato da Avvenire, si schiera al suo fianco. Dopo mesi di silenzio, adesso parte del Pd sembra interessarsi del dramma dei cristiani.

Un problema di trascuratezza su questo tema esiste, come denuncia da tempo anche Mario Adinolfi, direttore della Croce e tra i fondatori del Pd nel 2007: “È evidente che per sette vignettisti francesi c’è stato un cordoglio mediatico durato settimane, mentre sui cristiani che quotidianamente vengono uccisi ogni giorno non c’è un’analoga sensibilità”. “I cattolici di sinistra sono afoni e più appassionati al dibattito sull’Italicum che al tema delle persecuzioni. Dentro il Pd – attacca ancora Adinolfi - c’è una distrazione della classe dirigente che si occupa solo di mantenere posizioni di potere anziché affrontare temi complessi come quelli dell’offensiva in atto contro i cristiani”. Il sottosegretario al Lavoro, Luigi Bobba, già presidente delle Acli, invita a non fare distinzioni tra morti di serie A e serie B: “Ogni persona, cristiano o meno, che viene ucciso rappresenta comunque violazione grave del diritto alla vita e tutti dobbiamo ascoltare il grido del Papa che anche oggi denuncia il massacro dei cristiani. Questo grido non può restare inascoltato: la violenza va fermata e in primo luogo i paesi arabi debbono reagire”. Bobba rivendica, inoltre, il ruolo di mediazione del ministro Gentiloni che “ha scelto di utilizzare tutte le strade diplomatiche per arginare i crescenti attacchi terroristici dell'Isis” senza dimenticare però che “la Comunità Internazionale ha il dovere di difendersi e di difendere i più' deboli, anche se la reazione deve essere proporzionata e sotto l'egida delle Nazioni Unite”.

Anche il senatore Corradino Mineo si schiera al fianco di Gentiloni che “ha il merito di non aver eluso una questione che va portata all’Onu ma non può fare moltissimo perché l’Italia non ha né la forza né l’autonomia per agire da sola e al momento – prosegue Mineo - l’intervento militare è rimandato perché le trattative per costruire un fronte libico unito contro l’Isis sono in alto mare”. Secondo il senatore non esiste, invece, un problema di difesa dei cristiani dentro il Pd, ma “la verità è che purtroppo a noi occidentali dell’Africa non frega nulla. Ci siamo mobilitati per la strage compiuta al museo del Bardo a Tunisi solo perché i morti erano occidentali, ma dei cristiani nigeriani importa a pochi”.

“Personalmente – conclude il senatore civatiano – sarei sceso in piazza anche oggi insieme al Papa contro la strage degli armeni, ma certo non sfilerei mai accanto a un Magdi Cristiano Allam che reputo un fanatico religioso”.

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