Interni

Spinelli, l'accusatore che parlava con tutti. "Chiamava Toti pure per un ingorgo"

Lo zar del Porto aveva col governatore "normale consuetudine" e lo cercava. Già oggi la Procura dovrebbe acquisire i contenuti dei telefonini degli arrestati

Spinelli, l'accusatore che parlava con tutti. "Chiamava Toti pure per un ingorgo"

Ascolta ora: "Spinelli, l'accusatore che parlava con tutti. "Chiamava Toti pure per un ingorgo""

Spinelli, l'accusatore che parlava con tutti. "Chiamava Toti pure per un ingorgo"

00:00 / 00:00
100 %

Lo stallo dopo il terremoto giudiziario e politico che ha scosso la Liguria. Attende ancora il governatore, Giovanni Toti, la convocazione per l'interrogatorio. C'è l'esigenza di «farsi sentire» per spiegare ai pm di «non aver commesso alcun reato». Ma ci sono anche quelle della Procura che con ogni probabilità sembra orientata, prima di fissare una data, ad avviare l'esame dei telefonini degli indagati, a partire da quello del governatore. Già oggi dovrebbero essere effettuate le copie forensi di telefoni, computer e altri dispositivi di Toti, contenente messaggi e mail tra cui i magistrati cercheranno ulteriori riscontri alle accuse di corruzione.

E presto potrebbe chiedere di farsi interrogare anche il presunto corruttore, l'84enne Aldo Spinelli. L'imprenditore della logistica è ai domiciliari e freme per chiarire con i magistrati. L'accusa contesta che dietro i finanziamenti ai comitati elettorali di Toti, con bonifici tracciati e trasparenti per circa 74mila euro, ci sarebbe stato un presunto do ut des, uno scambio di favori, a partire dalla proroga della concessione del Terminal Rinfuse che Spinelli attendeva da tempo. In parte il patron del gruppo aveva già provato a spiegarsi nell'interrogatorio di garanzia. Nel verbale riempito in Procura nega che quelle elargizioni fossero connesse a un interessamento del governatore per fargli ottenere il rinnovo. Lo zar del porto di Genova non nega che Toti gli chiedesse finanziamenti per la campagna elettorale, ma ribadisce, fino a inalberarsi, che quelli erano bonifici tracciati e approvati dai consigli di amministrazione: «Era tutto dichiarato, tutto ufficiale, tutto regolare». E che non sarebbero stati connessi, nemmeno temporalmente, con il via libera alla proroga di trent'anni della concessione. «La pratica era già passata in comitato e doveva solo essere ratificata () nessuno ci riusciva e ho chiamato Toti. Toti non ha fatto niente. Ho detto al 45%, che sarebbe il dottor Gianluigi Aponte (che ha quella quota nella società concessionaria del Terminal, ndr), "Guarda io vado in Procura della Repubblica perché è una vergogna. Abbiamo salvato i posti di lavoro, abbiamo fatto tutto ciò che l'autorità portuale ci ha detto di fare () abbiamo risanato tutti i debiti che aveva l'ex concessionario e non mi prorogano la concessione? Io come posso andare avanti". Il comandante Aponte ha chiamato non so chi ed è tutto a posto () 30 anni ma io volevo 50». La difesa passerà anche dal voler chiarire la personalità di Aldo Spinelli, un uomo rimasto «profondamente solo dopo la morte della moglie», spiega il legale di Spinelli, Alessandro Vaccaro. L'imprenditore «chiamava tutti e parlava con tutti». Certamente aveva un rapporto di «normale consuetudine» con il governatore. «Bisogna tenere conto della personalità di Spinelli - aggiunge il legale - E tra le intercettazioni ce n'è una che lo fa capire bene: Spinelli è in coda in autostrada e chiama Toti per lamentarsi della viabilità ligure, il governatore gli risponde: me ne interesso». Ecco questi sono i rapporti. Molto è stato interpretato male». Anche in politica, ha «sempre aiutato tutti».

Lo ha ribadito loi stesso Spinelli ai magistrati: «Io una mano l'ho sempre data, anche al Pd. Ho fatto la campagna elettorale per la Paita (Raffaella Paita, sconfitta da Toti alle Regionali in Liguria nel 2015, estranea all'indagine, ndr), non la conoscevo mica».

Commenti