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Spinello facile, quanti dubbi tra cavilli e dati allarmanti

Via libera solo se coltivata in casa e con l'innaffiatoio Ma è boom di uso fra i giovani e l'opposizione protesta

Spinello facile, quanti dubbi tra cavilli e dati allarmanti

La sinistra esulta. Il centrodestra prometta battaglia in Parlamento per neutralizzare gli effetti della sentenza della Corte di Cassazione che sdogana la coltivazione domestica di cannabis. Nel Pd c'è chi va in controtendenza: Stefano Pedica si schiera con il fronte del no alla liberalizzazione delle droghe leggere. Il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, rivendica: «Da pubblico ministero non avevo mai convalidato arresti o chiesto il processo o la condanna per tale condotta».

Al netto dell'euforia, i giudici della Cassazione fissano dei paletti stretti per la coltivazione domestica delle droghe leggere. La «depenalizzazione» della coltivazione domestica si riferisce alle «piante stupefacenti» in generale, e non solo alla cannabis. Ad esempio, come emerge dalla massima redatta dalle Sezioni Unite degli «ermellini», l'unico utilizzatore del prodotto «homemade» può essere solo la persona che materialmente si dedica alla cura delle piante e non è ammessa la destinazione anche ad eventuali componenti del nucleo familiare, o il consumo di gruppo. Inoltre, le piante devono essere coltivale solo con «tecniche rudimentali» - il buon vecchio innaffiatoio - per cui già la presenza di un impianto di irrigazione a goccia può far venire i sospetti sullo spaccio, per non parlare del possesso di eventuali bilancini o strumenti di precisione per pesare in grammi.

Nonostante le restrizioni il centrodestra insorge. E mette nel mirino la maggioranza giallorossa e il governo Conte che hanno tentato il blitz nella manovra con l'emendamento (bloccato) che autorizzava la vendita di hashish e marijuana nei cannabis shop. Mentre fino ad oggi non è stata discussa la relazione al Parlamento del dipartimento antidroga della Presidenza del Consiglio: relazione che fotografa una realtà grave.

Un terzo degli studenti italiani, il 33,6%, pari a 870.000 ragazzi circa, ha fatto uso di almeno una sostanza drogante durante la propria vita; un quarto, il 25,6%, pari a 660.000 studenti, ne ha fatto uso nel solo 2018. Inoltre la relazione ha evidenziato come gli stupefacenti più diffusi sono i derivanti della cannabis. Sono in aumento i ricoveri ospedalieri droga-correlati (+14%), le infrazioni alla guida per uso di droga al volante (+12%), i decessi derivanti dall'assunzione di stupefacenti (+12.8%). Dati che armano le opposizioni. La droga fa male, altro che coltivarsela in casa o comprarla in negozio, e anche le due ragazze morte a Roma ne sono la drammatica conferma. «La Lega combatterà lo spaccio e la diffusione della droga sempre e ovunque» tuona Matteo Salvini. «La prima legge che approverà il centrodestra quando sarà al governo, e ciò avverrà presto, sarà una nuova normativa contro la coltivazione e lo spaccio delle sostanze stupefacenti» annuncia il senatore di Fi Maurizio Gasparri. Dura la nota della comunità di San Patrignano: «Esprimiamo la nostra più viva preoccupazione per le eventuali conseguenze che, da questa decisione, si potrebbero riverberare negativamente sul nostro sistema sociale.

Coltivare lecitamente in ambiente domestico una sostanza stupefacente inciderà negativamente sull'educazione dei minori che cresceranno, sempre di più, nella convinzione che l'utilizzo di cannabis sia innocuo e socialmente condiviso nello strisciante e progressivo percorso verso la legalizzazione».

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