Cronache

Lo spot del panettone "senza tofu e alghe" fa arrabbiare i vegani

Motta sbeffeggia i nuovi proibizionismi e la tribù «cruelty-free» si scatena su internet

Lo spot del panettone "senza tofu e alghe" fa arrabbiare i vegani

I vegani sono quella tribù alimentare che si tiene rigorosamente alla larga da carne, pesce, prodotti di origine animale e senso dell'umorismo. Tali carenze li renderebbero, nella vulgata, tristi e permalosi. Un luogo comune che loro, va detto, si sforzano con ogni impegno di confermare.

Ora essi hanno un nuovo nemico: il pacioso panettone, compagno di soporifere tombolate che da qualche anno ha messo su qualche pretesa gourmet. Ma non è questo il punto. Il punto è la pubblicità di uno dei più noti produttori industriali del dolce natalizio, Motta, che va in onda in questi giorni in tv. La storica azienda, per inneggiare agli ingredienti e ai metodi tradizionali di produzione, ha avuto l'idea di irridere le nuove tendenze alimentari (guarda lo spot): «Per il nostro panettone - declama con tono ironico la voce fuori campo - noi di Motta avremmo potuto usare tofu tritato, papaya, seitan, alga essiccata, e cuocerlo per trenta secondi nel microonde. Invece no! Lo abbiamo preparato seguendo la nostra ricetta, originale dal 1919. Da sempre, quello di sempre». Poi il sottofinale con sorpresina comica: «E da oggi - chiude lo speaker - anche con bacche di goji! Scherzo...».

Magari la cifra umoristica non è quella di un Jerome o di Woody Allen. Però uno spot grazioso ed efficace. E poi, sempre meglio di quegli inesorabili video di brand concorrenti che da anni ci ammanniscono lo stesso zuccheroso coro intonato da bambini che nel frattempo sono fuori corso all'università. Diciamoci la verità: non è facile inventarsi qualcosa di nuovo nella melassa degli spot prenatalizi.

Ostacoli creativi che non ammorbidiscono i vegani, a cui il panettone Motta va proprio di traverso. I cantori del cruelty-free si scagliano con violenza che non possiamo nemmeno definire bestiale (ah ah) contro quel nemico da un chilo uvetta compresa. Rougenippon dà dei «cafoni, maleducati e ignoranti» ai copywriter, i quali non saprebbero nemmeno di cosa si parli. «Il seitan nel panettone? Ma lo sapete cos'è il seitan e come si impiega nella cucina a base vegetale?». Tale Hilary Giberna alza il tono è sbraita: «M..., siete delle m...!». Poi argomenta senza risparmiare immagini hardcore: «Cosa ne pensa il pubblico di una bella manciata di pulcini tritati vivi? E di una sfilza infinita di galline ovaiole allevate in batteria con il becco tagliato, sporche e senza penne, mezze morte e rinchiuse in uno spazio grande quanto un foglio A4?».

In attesa di sapere che cosa c'entrino i pulcini tritati con un dolce da forno, apprezziamo il tentativo di rispondere in tono ironico da parte di «Vegan Chronicles», una web serie che prova ad affrontare le tematiche alimentari con una punta di ironia tutta romanesca. La parodia del video, ammettiamolo, fa abbastanza ridere malgrado il turpiloquio: «Per il nostro panettone noi di Motta abbiamo usato: mestruo di pollo, glutine anticeliaco, i c... di canditi che fanno c..are a tutti, dài sul serio, ma chi è che ha avuto l'idea dei canditi, sembrano tipo gomme da masticare ciancicate e sputate e attaccate sotto a un tavolo e riciancicate... scusate, sì, lo spot... panettone, ehm... fanculo, meglio il pandoro».

C'è speranza per tutti. Anche per i vegani.

A proposito, e la lobby del microonde non si è fatta viva?

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