Cronache

Stacchio chiede 300mila euro di risarcimento

Lui e l'amico gioielliere: "I soldi andranno alle vittime della criminalità"

Graziano Stacchio
Graziano Stacchio

In quel tragico 3 febbraio hanno schivato le pallottole che volavano impazzite fuori dalla gioielleria di Ponte di Nanto. Ora Robertino Zancan e Graziano Stacchio sono pronti a passare al contrattacco. Legale, s'intende. Ieri i loro avvocati Marco Dal Ben e Lino Roetta presenteranno la costituzione di parte civile nel procedimento a carico di Oriano Derlesi, giostraio veneziano di 52 anni accusato di aver fatto parte del commando che assaltò il negozio. Si tratta di un passaggio che permetterà loro di chiedere un risarcimento per i danni subiti in seguito alla tentata rapina. La richiesta dovrebbe ammontare complessivamente a 300 mila euro, da suddividere tra il benzinaio e l'orafo bersagli degli spari dei banditi e la ditta Luxò srl, che gestiva il punto vendita preso di mira dai rapinatori (e chiuso da allora). Una somma che, hanno fatto sapere gli interessati, verrebbe poi destinata a uno speciale fondo per le vittime della criminalità. In particolare per sostenere le spese legali di chi, come Stacchio, finisce indagato per eccesso colposo di legittima difesa. Il pomeriggio del 3 febbraio 2015 Stacchio era lavoro alla pompa di benzina, di fronte alla gioielleria dell'amico Roberto Zancan già presa di mira altre volte, quando una banda cercò di rapinarla. Per fermare i banditi il benzinaio sparò in aria, scatenando una raffica di mitra da parte dei rapinatori. Stacchio allora sparò un altro colpo, stavolta in direzione dei ladri, ferendo alla gamba Albano Cassol, recidendogli l'arteria femorale e uccidendolo. Da allora la vita di Stacchio e Zancan è cambiata: entrambi sono finiti sotto scorta per le continue minacce accompagnate da buste da lettera contenenti proiettili e il benzinaio è passato da iscritto al registro degli indagati a beniamino della legittima difesa per l'opinione pubblica e, in primis, per la Lega Nord. Il diritto alla legittima difesa in Veneto è alla base di una polemica che non accenna a placarsi. Dopo l'annuncio della richiesta di archiviazione per il benzinaio vicentino il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ha sottolineato la «necessità di ripensare il concetto di legittima difesa, estendendone i confini senza ideologizzare e senza andare appresso alla Lega». Stacchio infatti non è il primo ad essere stato considerato, suo malgrado, eroe dai difensori della legittima difesa armata: il primo tra tutti fu Ermes Mattielli, il vicentino di 62 anni, che il 13 giugno 2006 sparò 14 colpi di pistola contro due ladri sorpresi a rubare nel suo deposito.

Nove anni dopo, Mattielli (che nel frattempo è deceduto) fu condannato a cinque anni e quattro mesi di reclusione e a risarcire i due ladri con 135mila euro.

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