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Stangata da 70 miliardi. Ecco la ricetta europea per "correggere" l'Italia

Revisione del catasto, Iva e stop a quota 100. Salvini: "Una manovra-bis sarebbe da folli"

Stangata da 70 miliardi. Ecco la ricetta europea per "correggere" l'Italia

Un salasso di entità compresa tra i 65 e i 70 miliardi di euro. Le raccomandazioni formulate dalla Commissione europea con la conseguente apertura di una procedura per debito eccessivo suggeriscono al governo gialloverde una serie di ricette ben note. Si tratta, infatti, di aumentare le entrate e di contenere le spese per tenere il deficit pubblico sotto controllo. La «risposta importante» attesa da Bruxelles dovrebbe, in estrema sintesi, contenere: una patrimoniale sugli immobili mascherata da riforma del catasto, un aumento delle aliquote Iva agevolate e lo stop definitivo al pensionamento di anzianità con quota 100 e la reintroduzione degli adeguamenti automatici dell'età pensionabile all'aspettativa di vita sospesi dalla legge di Bilancio 2020 per evitare che da quest'anno salisse a 67 anni.

Il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, e dal commissario per gli Affari economici, Pierre Moscovici, hanno criticato la «sottoutilizzazione» delle «basi imponibili meno penalizzanti per la crescita come il patrimonio e i consumi, sono sottoutilizzate». L'elenco non è breve: Imu sulla prima casa, aggiornamento dei valori catastali e revisione delle aliquote Iva. Se queste indicazioni fossero prese alla lettera, le entrate dello Stato aumenterebbero di oltre 50 miliardi di euro. L'Imu sulla prima casa vale circa 4 miliardi. La revisione del catasto, elaborata dal governo Renzi nel 2015, avrebbe di fatto quadruplicato le rendite e di conseguenza l'imposta municipale unica. Non sarebbero entrati in cassa 84 miliardi al posto degli attuali 21, ma certamente un maggior gettito di 40 miliardi sarebbe stato raggiungibile. Alla Commissione Ue non è piaciuto l'accantonamento di quella riforma da parte del premier Conte e del ministro Tria che l'hanno espunta dal Def, mentre i governi precedenti l'avevano mantenuta pur senza fare alcunché per motivi elettorali (avrebbe, infatti, dovuto partire nel 2020).

Analoghe considerazioni si possono effettuare per l'Iva. Una rivisitazione dell'aliquota agevolata al 10% o un aumento selettivo potrebbe far incamerare circa la metà (10-11 miliardi) dei 23,1 miliardi previsti dagli aumenti automatici delle clausole di salvaguardia. I commissari chiedono inoltre di frenare l'evasione Iva con l'estensione della fatturazione elettronica tra privati (almeno 5 miliardi in più visto il successo della sperimentazione avviata quest'anno e che dovrebbe portare 2 miliardi).

Bruxelles punta il dito anche contro la controriforma della Fornero e chiede di «attuare pienamente le passate riforme pensionistiche al fine di ridurre il peso delle pensioni di vecchiaia nella spesa pubblica». Lo stop a quota 100, il ritorno agli adeguamenti automatici all'aspettativa di vita e il ricalcolo contributivo delle pensioni più alte vale circa 10 miliardi annui e porterebbe l'entità di una ipotetica correzione a 70 miliardi di euro.

Ovviamente i due vicepremier hanno risposto picche. «Aumentare le tasse in Italia in questo momento è l'ultima cosa che una persona intelligente e normodotata farebbe», ha dichiarato Matteo Salvini ricordando che «gli italiani mi hanno dato mandato per cambiare le regole europee che sono dannose». Stesso discorso da parte di Luigi Di Maio. «Quota 100 non si tocca e, sia chiaro, le pensioni degli italiani non si toccano!», ha commentato aggiungendo che «la procedura riguarda i debito prodotto dal Partito democratico» nel 2017 e nel 2018.

Più cauto il premier Conte che auspica la prosecuzione di «un dialogo costruttivo con la Commissione», speranzoso che una correzione dei conti da soli 10 miliardi plachi i falchi europei.

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