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Steyer, un miliardario anti-Trump: "Troppi poveri negli Usa, ha fallito"

Il magnate degli hedge fund lancia la sfida al tycoon: "Il Paese è deluso". Ma un altro "Paperone" se ne va: morto Ross Perot

Steyer, un miliardario anti-Trump: "Troppi poveri negli Usa, ha fallito"

New York Si allarga l'affollata compagine dei democratici che aspirano a scalzare Donald Trump dalla Casa Bianca, mentre il tycoon aiutato dal boom economico vede salire l'indice di approvazione al livello più alto della sua presidenza. Secondo un sondaggio di Washington Post-Abc News, infatti, il suo gradimento e' passato dal 39% di aprile al 44% di luglio, e tra gli elettori registrati è cresciuto dal 42% al 47%. Intanto, a sinistra, l'ultimo in ordine di tempo a scendere in campo per le primarie di Usa 2020 è il miliardario Tom Steyer, uno dei maggiori donatori del partito dell'Asinello e accanito oppositore del presidente americano.

Steyer ha annunciato la candidatura in un video di quattro minuti, in cui spiega che i punti centrali della sua piattaforma sono la riduzione dell'influenza delle grandi corporation sulla politica e la lotta ai cambiamenti climatici. Il magnate ambientalista, che in gennaio aveva escluso l'ipotesi di correre per le presidenziali, si è impegnato a spendere almeno 100 milioni di dollari nella sua campagna elettorale, una cifra che supera il totale delle somme raccolte nell'ultimo trimestre dai cinque principali candidati dem (Joe Biden, Pete Buttigieg, Elizabeth Warren, Bernie Sanders e Kamala Harris). Negli ultimi anni Steyer - investitore di hedge fund e noto filantropo con un patrimonio netto che Forbes stima abbia raggiunto 1,6 miliardi di dollari - ha investito enormi risorse per finanziare candidati e organizzazioni che promuovono cause liberal. E nelle elezioni di Midterm dello scorso novembre ha speso oltre cento milioni di dollari per sostenere i candidati della sinistra. Ultimamente e' stato anche protagonista di numerosi spot pubblicitari autofinanziati in cui chiede l'impeachment di Trump.

«Gli americani sono profondamente delusi e feriti dal modo in cui vengono trattati dall'élite di Washington», ha detto nel video in cui annuncia la sua discesa in campo. «Questo è un paese con pochi ricchissimi e tutti gli altri vivono in miseria - ha aggiunto - è un fallimento». Sul fronte della lotta alle grandi corporation Steyer si troverà a scontrarsi con la senatrice Warren, le cui dure critiche all'influenza di miliardari e grandi aziende nella politica costituiscono uno dei suoi cavalli di battaglia. Sempre nelle ultime ore nelle fila dem c'è stata anche la prima defezione: il deputato californiano Eric Swalwell, 38 anni, ha annunciato il suo ritiro dopo i deludenti risultati della prima fase della campagna. «Vogliamo essere onesti con noi stessi e con i nostri sostenitori», ha detto, assicurando che rimarrà impegnato su diversi fronti, inclusa la rielezione alla Camera.

E per un miliardario che entra nell'arena politica, un altro se ne va. A 89 anni, dopo una battaglia di cinque mesi contro la leucemia, è morto H. Ross Perot, il Paperone texano che fu per due volte candidato alla presidenza degli Stati Uniti. Pioniere dell'industria dei computer con la Electronic Data Systems Corporation, che fondò nel 1962, Perot si candidò per la prima volta nel 1992 come indipendente facendo da terzo incomodo tra il presidente uscente George H. W. Bush e Bill Clinton. Con un messaggio populista dai toni trumpiani ante-litteram ottenne il 19% dei voti, favorendo la vittoria di Clinton. E per anni fu lo stesso Bush ad incolparlo della sconfitta: «Mi è costato la rielezione», disse.

Perot tornò a candidarsi nel 1996, ma ottenne molti meno voti di quattro anni prima, con l'8%.

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