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Lo strano magrebino di Salerno presente a Nizza e Berlino

Il falegname 32enne sempre sui luoghi degli attacchi dell'Isis. In Italia è scappato quando era ai domiciliari

Lo strano magrebino di Salerno presente a Nizza e Berlino

È un uomo molto sfortunato, questo falegname nordafricano di 32 anni. Oppure molto fortunato. Dipende dai punti di vista. Quando l'Isis è entrata in azione, in Germania e in Francia, negli ultimi due anni, lui era lì. Nelle città falcidiate dalla follia terroristica. Nonostante fosse ricercato in Italia per piccoli reati, si è mosso in Europa senza destare sospetti e si è trovato al posto sbagliato nel momento sbagliato. Qualcuno però lo ha notato e ha avvisato le forze di polizia straniere dei suoi frequenti «viaggi» fuori dai confini.

Questo falegname nordafricano è sfortunato perché i servizi segreti e le forze dell'ordine hanno iniziato a interessarsi a lui per queste strane coincidenze che non sono mai strane nel mondo delle spie e degli assassini che inneggiano ad Allah. Ma è anche fortunato perché, da quelle bufere di sangue e violenza cieca, è riuscito sempre a uscire indenne. Nessun graffio, nessuna ferita. Nessun coinvolgimento.

Il protagonista di questa storia viveva in provincia di Salerno fino a qualche tempo fa. Non è una indicazione neutra, l'area di residenza. A Sarno, il Comune della tragica alluvione del 1998, un anno fa venne trovata una bandiera nera del Califfato davanti agli uffici del giudice di pace. Qualcuno aveva scavalcato nottetempo il recinto e l'aveva legata a un albero. A Bellizzi, poco lontano, poco tempo dopo finì in manette il 40enne algerino Djamal Eddin Ouali, uno dei fiancheggiatori del commando terroristico protagonista della strage in Belgio. Ouali avrebbe fatto parte di un'organizzazione di falsari che avrebbero fornito ai jihadisti i documenti contraffatti usati per entrare nel Paese. Viveva pure lui nel sonnacchioso hinterland del capoluogo.

Questo falegname è un attaccabrighe, secondo quel che risulta a Il Giornale. Un passato burrascoso con due matrimoni e parecchi debiti sulle spalle. A 25 anni, inizia a collezionare denunce e permanenze sempre più lunghe nelle camere di sicurezza. Dopo tre anni, i controlli al terminale restituiscono una lunga sfilza di precedenti di polizia che vanno dal furto alla ricettazione, dalla rapina alla resistenza a pubblico ufficiale. Grazie ad alcuni connazionali, si avvicina alla Federazione islamica della Campania che gli affida il compito di aprire una moschea a Striano, altro minuscolo centro dell'hinterland. Lui segue con scrupolo le procedure ma non le porterà a termine. I processi si accumulano infatti e scatta l'arresto dopo le prime condanne. L'uomo scompare da casa sul finire del 2016 poco prima che i domiciliari si trasformino in detenzione carceraria. Un tempismo sospetto: aveva un informatore? Era solo intuito?

L'intelligence ritiene che il falegname sia stato aiutato dalle comunità nordafricane delle province di Napoli e di Salerno durante le prime settimane di latitanza. Lo hanno ospitato, tenuto nascosto e aiutato a raggiungere la Germania dove si sarebbe ricongiunto con la seconda moglie. Gli informatori delle forze dell'ordine francesi e tedesche hanno un ruolo fondamentale in questa storia. Sono loro a raccontare che il falegname islamico si trovava in Germania durante gli attentati di Berlino del dicembre scorso, e in Francia a Marsiglia e a Nizza in occasione dei due attacchi del 2016. Pare inoltre che abbia fatto ritorno da allora in diverse circostanze in Italia. Ospite delle comunità marocchine del Nord. A fare che cosa? Un uomo molto sfortunato o molto fortunato, questo falegname.

Dipende dai punti di vista.

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