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Strapotere Zaia E il Veneto sogna la super-banca

Dopo il boom elettorale anche gli imprenditori spingono per la fusione. Ma Zaia è prudente

Strapotere Zaia E il Veneto sogna la super-banca

La straripante affermazione di Luca Zaia nelle regionali del Veneto è ora attesa al test delle sfide economiche, bancarie e, quindi, anche di potere del Nord-Est. Sul tavolo c'è soprattutto la nascita di una grande banca veneta, sulla spinta della trasformazione in spa della Popolare di Vicenza e, a Montebelluna provincia di Treviso, di Veneto Banca. Entrambe sono uscite a pezzi dagli stress test della Bce, hanno dovuto ricapitalizzare per centinaia di milioni e, infine, hanno abbassato di quasi un quarto il valore (...)

(...) delle azioni nelle mani dei loro soci. Mentre sullo sfondo c'è la crisi del sistema del credito cooperativo, il cui destino sembra ormai segnato dalla volontà della Banca d'Italia di creare un unico soggetto nazionale per le Bcc.

A Vicenza come a Montebelluna l'affermazione di Zaia, ora forte di un governo monocolore addirittura più «zaiano» che leghista, viene vista come positiva in chiave di un'aggregazione bancaria regionale, contando sull'appoggio degli imprenditori nordestini interessati alla partita. Anche se molti appartengono ancora al sistema Galan, raso ora al suolo. Mentre altri, a Verona, credono che il Banco Popolare possa essere indotto a rivedere le proprie ambizioni di crescita verso Veneto Banca, piuttosto che verso Ovest, attirato dalla Pop Milano. Ora «sarà più facile, perché si consolida la visione di una forte identità veneta, nell'interesse della popolazione e dell'economia locale», dice un banchiere locale di lungo corso. Aggiungendo che «Zaia è sempre stato a favore della banca veneta al servizio del territorio». Ma, in realtà, le dinamiche della politica di Zaia portano verso direzioni più neutrali.

Il governatore tende a stare un passo indietro rispetto a banche e zuffe finanziarie. Preferisce non andarsi a complicare la vita. Non lo si è mai sentito assumere i toni «bossiani» rispetto alla presenza della Lega nel credito. E nemmeno quelli più pacati, ma comunque influenti, del sindaco di Verona e suo rivale Flavio Tosi che, in asse con il presidente della CariVerona Paolo Biasi, ha sempre avuto un peso nella compagine di Unicredit. Zaia è invece un pragmatico, che guarda le cose che si possono fare. «Non assume mai posizioni ideologiche - commenta Filiberto Zovico, editore di Venezie Post - per questo, rispetto alla grande banca veneta, mi aspetto che Zaia sarà favorevole, lo farà sapere, ma poi lascerà che siano i soggetti in campo a giocarsi la partita». Anche perché sa bene che a decidere le operazioni sarà, in ultima analisi, la Bce di Francoforte. Altri sono i temi economici su cui Zaia è atteso in prima linea. Più reali che finanziari. A partire dall'occupazione o dall'agenda per il Veneto del nuovo asse Confartiginato-Confindustria. E dalle partite che, a differenza del passato, potrà ora giocarsi in prima persona nelle infrastrutture e nella sanità, feudi spodestati di Galan e Tosi.

In altri termini, sarebbe fuorviante pensare all'arrivo imminente della grande banca della Lega. Ciò non implica che Zaia non si occuperà della partita. Soprattutto nella misura in cui questa interessa molto gli imprenditori locali. Non i giganti del Nordest come Benetton o Luxottica, che non ne vogliono sapere. Ma la fascia dei De Longhi, Zoppas, Veronesi. D'altra parte in Veneto Banca è vicepresidente l'ex numero uno degli industriali di Treviso, Alessandro Vardanega, e in cda siede anche il presidente dei veneziani, Matteo Zoppas. Mentre nella Pop Vicenza siedono sia il presidente della Confindustria locale, Giuseppe Zigliotto, sia della regionale, Roberto Zuccato. Molto dipenderà dai legami che si stabiliranno con questi sul territorio anche su altre partite. E sui rapporti di forza rispetto al sistema Verona, dove Tosi resta sindaco e dove la fondazione avrà un miliardo (ex quota Unicredit) da investire in altre banche.

E, infine, dalla dialettica con il sindaco di Vicenza, Achille Variati, esponente Pd di rilievo, con il quale Zaia è chiamato a misurarsi localmente, ma forse anche in chiave nazionale.

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