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La strategia di Berlusconi: lista di grandi personalità per convincere gli astenuti

L'ex premier pensa a una fondazione da affiancare a Forza Italia. L'idea del vincolo di mandato contro i continui cambi di casacca

La strategia di Berlusconi: lista di grandi personalità per convincere gli astenuti

Nessuno sconto invece a Renzi, trafitto in molti passaggi del suo discorso: «Oggi - dice il Cavaliere - siamo governati da un signore che con una manovra manipolata, le cosiddette primarie, è riuscito a diventare segretario del Pd e si è autocatapultato a palazzo Chigi». Non solo è a palazzo Chigi senza essere passato da libere elezioni ma attraverso un gioco di Palazzo; ma non ha neppure il consenso di cui si dice: «Questo signore, che conta sul voto di un italiano su sei, non solo governa ma cambia la legge elettorale secondo la sua utilità e cambia la Costituzione». E questo nonostante Renzi abbia sempre detto che le regole comuni andavano fatte tutti insieme. L'Italicum, così com'è concepito, è uno strumento molto pericoloso: «C'è il rischio, con questa legge elettorale, che si vada a un ballottaggio tra Pd e il Movimento 5 Stelle. Ecco perché occorre interviene con qualcosa di nuovo: una crociata per la democrazia che mobiliti tutti gli elettori delusi, rassegnati, e che oggi ritengono inutile l'esercizio del voto. Sono elettori moderati, di buon senso, sono l'Italia di centrodestra».

Un centrodestra che, oggi, in Parlamento si sta decomponendo. E Berlusconi parla anche del trasformismo, male italico per cui questa legislatura ha già fatto registrare il record dei cambi di casacca. Ma ecco la soluzione del leader di Forza Italia: «Vogliamo introdurre il vincolo di mandato per gli eletti dal popolo a tutti i livelli: Comuni, Regioni e Parlamento». Rivincita senza il fardello dei troppi traditori. E oggi, all'ora di pranzo, Berlusconi ne parlerà anche con i coordinatori regionali che dovrebbero presentare delle proposte politiche, oltre ai nomi giusti per i candidati alle prossime amministrative. Nessun commento, invece, sul tema delle unioni civili su cui il Cavaliere è orientato a lasciare libertà di voto.

Un modo per tenere assieme le tante anime azzurre: dagli oltranzisti del «no», capeggiati da Malan e Gasparri; ai possibilisti rappresentati da Carfagna, Prestigiacomo, Lainati e altri.

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