Stromboli il giorno dopo La grande fuga dei turisti (con la tentazione selfie)
5 Luglio 2019 - 08:49Ancora allarme. Il sindaco: scenario post bellico. L'amico della vittima: l'ho visto morire
Ieri da queste colonne il professor Stefano Zecchi ci ha spiegato, mirabilmente, il segreto del «fascino dell'inferno»: l'eruzione del vulcano Stromboli come metafora della bellezza che si sublima nel fuoco e nella morte; Zecchi è volato alto sulle ali dell'«infinito e dell'eterno», mentre a una quota decisamente più bassa stanno planando i turisti del selfie che - infischiandosene di allarmi, pericoli, rischi e divieti - hanno trascorso la giornata con telefonino in modalità autoscatto. Un bel faccione sorridente con alle spalle la grigiosa colonna di fumo, «suggestiva» quanto il fungo atomico di Hiroshima. Clic e invio agli amici. Noi qui, avventurosamente alle prese con lava e lapilli; voi lì, banalmente sdraiati al sole con crema Coppertone.
Dopo la giornata drammatica di mercoledì (un morto e turisti in fuga), ieri la situazione si è «normalizzata», anche se il sindaco di Stromboli usa un'immagine tutt'altro che rassicurante, «scenario post bellico». Meno catastrofica l'analisi della Protezione civile: «I parametri sono rientrati, anche se al momento siamo ancora in allerta gialla». Il che non vuol dire che sull'isola non c'è più pericolo, ma solo che il peggio è passato. Intanto i vigili del fuoco proseguono le ricognizioni per spegnere i focolai rimanenti sulla parte alta più vicina al vulcano e in volo si sono alzati i canadair. Dal Comune è stato disposto il divieto di escursione. E l'elipista è stata ripulita. Nella sala operativa della prefettura di Messina è attiva l'unità di crisi: «Situazione sotto controllo, in stato di preallerta. Oltre al decesso di ieri, non ci sono stati feriti». Nell'esplosione di mercoledì è rimasto ucciso il 34enne Massimo Imbesi, di Milazzo, che stava facendo un' escursione, insieme a un amico rimasto illeso. La guardia costiera intanto ha inviato 4 pattugliatori per esigenze dei residenti, disponibile comunque per eventuali necessità di evacuazione dall'isola. I vigili del fuoco sono attivi anche con un nucleo batteriologico chimico e radiologico per spetti sui rilevamenti dell'aria. In mare, su disposizione del sindaco, è presente anche una nave privata equipaggiata con acqua, viveri e generi di conforto e materiale di pronto soccorso. Il sindaco di Lipari, Marco Giorgianni, è dettagliato nel suo resoconto: «A Ginostra l'illuminazione era già tornata attiva quasi completamente nella notte di mercoledì verso le 4, a parte qualche zona. Non ci sono stati evacuati fra i cittadini, a parte 80 turisti che in via precauzionale sono stati portati nelle strutture ricettive di Lipari». Giorgianni ribadisce «il cordoglio e il dolore per la vittima dell'eruzione», precisando che «quando il 34enne è stato colpito non si trovava nel percorso del vulcano alla sommità, ma in un sentiero di mezza montagna» e che «la pioggia di detriti non ha investito, come accade di norma, solo l'area del vulcano, ma l'abitato».
Toccante la testimonianza raccolta da repubblica.it: «Mi sento un miracolato, mi chiedo perché sono rimasto vivo io - ha raccontato Thiago Takeuti, 25 anni, il ragazzo brasiliano che mercoledì era a Punta Corvi con Massimo Imbesi, la vittima di 34 anni morto per l'esplosione dello Stromboli -. Stavamo salendo quando c'è stata la botta. Sembrava un bello spettacolo ma poi ci sono arrivate addosso pietre. Poi abbiamo respirato tutti quei fumi e Massimo ha iniziato a stare male. Ho cercato di aiutarlo ma non c'è stato nulla da fare. Chiamavamo i soccorsi, poi lui si è accasciato».
Per loro doveva essere una vacanza da sogno.
Poi, quel ruggito della montagna, l'ha trasformata in incubo.
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