Politica

La studentessa cinese è morta per inseguire i suoi scippatori

Il corpo rinvenuto lungo la massicciata della ferrovia. È stata investita da un treno mentre correva dietro ai ladri

La studentessa cinese è morta per inseguire i suoi scippatori

Roma - La conferma arriva poco dopo mezzogiorno: il corpo ritrovato ieri mattina nei pressi dei binari della ferrovia a tor Sapienza è quello di Zhang Yao, la studentessa cinese dell'Accademia di Belle Arti scomparsa lunedì. La 21enne sarebbe stata travolta da un treno mentre inseguiva i suoi tre scippatori. Pare siano due bianchi e uno di colore. Alla famiglia e a tutta la comunità cinese è arrivata la vicinanza della sindaca Raggi, che in un tweet ribadisce la necessità di garantire «sicurezza in città». Una città che, centro storico compreso, assomiglia a una terra di nessuno. E dove la legge arriva sempre fuori tempo massimo.

Il corpo di Zahng Yao era stato trovato dalla polizia alle 3 di giovedì mattina in via Sansoni. A confermare l'identità erano stati i genitori, giunti a Roma dalla Cina. Grazie alla testimonianza del titolare di una ditta che si trova nei pressi del ritrovamento, gli inquirenti erano riusciti a individuarla nelle immagini di una telecamera. Nelle immagini la giovane appare in piedi, ferma, sui binari. Non si vede il momento del presunto urto col treno. Sempre nel filmato, oltre alla ragazza, si intravedono tre ombre in movimento. Un dato che sembra confermare la versione che la ragazza diede a un'amica al telefono quando disse che stava inseguendo tre uomini che l'avevano borseggiata. Chi indaga spiega che la qualità delle immagini è scarsa ed è quindi complesso individuare chiaramente i tre rapinatori. Nell'inseguire i malviventi la ragazza sarebbe salita sulla massicciata che costeggia la ferrovia e sarebbe stata travolta da un treno in transito. Da un primo esame del cadavere risultano, infatti, compatibili le ferite con un impatto violento.

Il punto del ritrovamento è nei pressi del campo rom di via Salviati e a 800 metri dalla sede dell'Ufficio Immigrazione di via Patini, dove Zhang Yao si era recata lunedì per ritirare il permesso di studio. L'ultima immagine delle telecamere di sorveglianza aveva ripreso la ragazza mentre lasciava l'Ufficio. Durante l'inseguimento si era fermata a chiamare un'amica, ed era stata centrata di striscio dal convoglio. Zou Xiao, l'amica con cui divide anche l'appartamento in zona Don Bosco, aveva raccontato di questa ultima telefonata: «Mi hanno rubato la borsa», le aveva detto Zhang. Poi c'era stato un fruscio, un rumore. Probabilmente il treno che l'aveva appena travolta. Da lì in poi il nulla: il cellulare aveva squillato a vuoto fino alle 6, poi risultava staccato. Si riaggancerà il giorno dopo in zona piazza Vittorio. Al momento il fascicolo di indagine, coordinato dal pm Pierfilippo Laviani, ipotizza il reato di rapina e non più sequestro di persona.

Commenta Lucia King, portavoce della comunità cinese di Roma: «Nella nostra comunità c'è rabbia. È assurdo che una persona venga rapinata in pieno giorno a due passi dalla Questura». «Sin dall'inizio ho avuto un brutto presentimento - aggiunge - anche perché la ragazza parlava bene l'italiano e se avesse avuto un problema si sarebbe potuta mettere in contatto con chiunque. Comunque la notizia che si trattasse di una rapina era già circolata ed eravamo venuti a sapere dalla coinquilina che mentre era al telefono con lei e prima che la chiamata si interrompesse Yao le aveva detto che la stavano scippando due bianchi e uno di colore.

Ora vogliamo i responsabili».

Commenti