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Su Mps il Tesoro si difende dall'attacco della Bce: "I soldi sono sufficienti"

Non convince la nuova richiesta di capitale. Ma Francoforte allenta la stretta su Deutsche Bank

Su Mps il Tesoro si difende dall'attacco della Bce: "I soldi sono sufficienti"

«Per Mps non si prospettano misure di supporto pubblico men che meno di nazionalizzazione». Così parlava il ministro del Tesoro, Pier Carlo Padoan, il 12 ottobre. Siamo al 28 dicembre e Padoan è stato smentito dal flop del salvataggio privato del Monte e dalle nuove richieste di capitale arrivate da Francoforte che renderanno più salato il conto da pagare per lo Stato.

La tempistica e le motivazioni hanno tenuto banco ieri nelle sale operative. Non è stato chiarito ufficialmente, ad esempio, quando la Bce ha deciso di intervenire visto che con il Natale di mezzo, la lettera indirizzata al ministero di Padoan non può che essere stata scritta giovedì. Ovvero nelle ore in cui il governo raccoglieva l'sos lanciato da Siena, e varava il decreto «salvabanche». Quindi con l'arrivo degli investitori privati l'asticella dell'aumento sarebbe rimasta a 5 miliardi come approvato lo scorso 23 novembre dalla Vigilanza, e con lo Stato, invece, si è alzata a 8,8? E perchè, nel giro di un mese, a Mps servono quasi quattro miliardi in più?

Le comunicazioni ufficiali non aiutano a rendere il quadro più chiaro. Da Siena non sono arrivati nuovi comunicati, dopo quello di lunedì sera con le scarne informazioni sulla lettera ricevuta da Francoforte. E dal governo hanno parlato solo fonti del Tesoro che hanno alzato preventivamente lo scudo di fronte al pressing della Bce assicurando che il fondo da 20 miliardi creato con il decreto «salva risparmio» è «ampiamente sufficiente a far fronte a tutte le esigenze di intervento che dovessero emergere dalle situazioni attualmente sotto osservazione da parte delle istituzioni». Compresa la conversione forzosa delle obbligazioni.

Di certo il conto si fa più salato. La ricapitalizzazione precauzionale che serve alla banca senese per colmare una carenza di capitale di 8,8 miliardi emersa con lo stress test di luglio scorso sarà coperta probabilmente con un intervento del Tesoro attorno a 6,5 miliardi. La Bce ha calcolato un deficit di capitale partendo dal risultato degli ultimi stress test europei che avevano mandato il Monte dietro la lavagna con un indicatore di solidità patrimoniale (il Cet1) negativo per 2,44% in caso di scenario avverso (ovvero con una situazione economica e finanziaria molto peggiore di quella attesa). La Vigilanza ora dice che Mps deve riportarsi all'8% in caso di stress.

Le nuove regole europee prevedono che, in cambio di un paracadute pubblico, vengano trasformate in azioni le obbligazioni subordinate. La banca ne ha per 4,2 miliardi, di cui circa 2 in mano ai piccoli risparmiatori. Il Tesoro quindi intanto coprirebbe la differenza tra 8,8 e 4,2 miliardi, ovvero 4,6 miliardi. Poi andrebbe a rilevare le azioni rivenienti dalla conversione dei subordinati retail, poco meno di 2 miliardi ipotizzando che nel frattempo una parte sia passata a investitori istituzionali.

Così alla fine lo Stato si ritroverebbe con in tasca circa il 70% di Rocca Salimbeni. Resta, intanto, sul tavolo il problema dei crediti deteriorati: nel piano A dell'ad Marco Morelli, infatti, l'aumento di capitale da 5 miliardi prevedeva la cessione di circa 28 miliardi di sofferenze lorde. Che erano solo una parte del totale dei crediti di difficile riscossione in pancia al Monte, pari a oltre 45 miliardi. E tutti ancora da smaltire. Fonti vicine ad Atlante fanno sapere che il fondo è ancora in pista e gestirà l'operazione al fianco del Tesoro. Ma a questo punto la «pulizia» potrebbe essere più drastica.

Mentre noi italiani facciamo i conti con il maggior rigore chiesto da Francoforte, i tedeschi brindano: la Bce ha infatti ammorbidito le richieste per Deutsche Bank abbassando i requisiti minimi di capitale e lasciando all'istituto più margini per definire dividendi e bonus.

Nonostante la multa da 7,2 miliardi di dollari pagata la scorsa settimana alla giustizia Usa per scontare i peccati nei derivati immobiliari.

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