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Sulle banche Visco sposa la linea anti-rigore: «Se necessario lo Stato deve poter intervenire»

Critiche al bail in, varato troppo in fretta. Agli istituti italiani non servono 20 miliardi

Roma Un appello anti rigorista che, visti i tempi e le vicende di Deutsche Bank, non dispiacerà alla Germania di Angela Merkel e neppure al suo ministro delle finanze Wolfgang Schaeuble. Per salvare le banche, ha spiegato ieri il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco, «un intervento dello Stato, se necessario, si deve fare». Un chiaro invito ad andare oltre le regole europee che ad oggi prevedono il salvataggio delle banche, ma solo se si verificano delle condizioni particolari ed estreme. Solo per evitare una crisi dell'economia del Paese che le ospita e di tutta l'Unione europea. Per gli altri casi c'è il bail in.

«Senza volermi riferire a casi specifici - ha spiegato il governatore in un'intervista al Foglio - ho già detto che per quanto possa essere un'evenienza remota, è saggio prepararsi anche all'ipotesi di un intervento pubblico, pur se ciò non vuol dire che sarà necessario». La domanda era più netta e chiedeva se fossero possibili nazionalizzazioni. La risposta si limita ai salvataggi e il destinatario è l'Unione europea. Al momento le regole Ue «considerano l'intervento pubblico l'extrema ratio, ammissibile soltanto per evitare l'insorgere di un rischio sistemico, e con la partecipazione possibile di azionisti e creditori».

Critiche al bail in, cioè ai salvataggi fatti in primo luogo ricorrendo agli azionisti, obbligazionisti e correntisti. Visco dice che «non lo ritiene inopportuno», ma le procedure «sono state introdotte troppo velocemente, senza prima introdurre strumenti finanziari espressamente disegnati per le nuove regole».

Prudente sullo stato degli istituti di credito italiani. Smentisce le ipotesi di ricapitalizzazioni per 20 miliardi. «Non mi sembrano queste le cifre». La debolezza delle banche riflette quella dell'economia reale.

Sul possibile ingresso di capitali stranieri negli istituti del nostro Paese, il governatore osserva che «non è importante la nazionalità degli azionisti ma la loro capacità di garantire stabilità».

Il salvataggio delle banche è materia europea, ma la vicenda di Monte dei Paschi per il governo italiano è una sfida che investe sia l'intervento pubblico, sia l'intervento di atori stranieri. Ieri il premier Matteo Renzi ha dato la disponibilità a sostenere la Germania nel salvataggio di Deutsche Bank. E a molti è sembrato un modo per guadagnare un credito in vista delle soluzioni per l'istituto di credito senese e, in particolare, una garanzia pubblica che potrebbe non piacere alla Commissione europea.

Per il momento il ministero dell'Economia è impegnato con la cessione delle quattro banche ponte nate dal fallimento di Bancaetruria, Banca Marche, Cariferrara e Carichieti. I contatti con la Commissione europea sono continui, assicurano fonti del dicastero.

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AnS

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