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Il superpoliziotto ha scontato 10 anni e continua a professarsi innocente

Il caso di Bruno Contrada

Il superpoliziotto ha scontato 10 anni e continua a professarsi innocente

È stato il simbolo della Polizia a Palermo negli anni bui - '70 e '80 - in cui fare indagini sulla mafia non era semplice, considerato che i pentiti non c'erano. Ma adesso, a 83 anni, per molti Bruno Contrada è solo l'ex numero tre del Sisde, condannato a dieci anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Quello contro Contrada è stato il primo dei processi eccellenti celebrati dalla procura di Palermo. E uno dei pochi finiti con la vittoria, visto che dopo un'altalena di verdetti - condanna a dieci anni in primo grado, assoluzione in Appello, annullamento con rinvio in Cassazione e nuovo processo d'Appello con condanna, confermata dalla Cassazione - alla fine è arrivata la stangata. Contrada viene arrestato il 24 dicembre del '92. Contro di lui inizialmente le parole di quattro pentiti, che poi si moltiplicano di processo in processo sino a sfiorare la trentina. L'accusa? Aver favorito i boss invece di combatterli. Lui si è sempre dichiarato innocente. In carcere ha scontato 31 mesi e sette giorni di carcerazione preventiva, e poi la condanna a dieci anni. Ora è libero. Con la trattativa Stato-mafia non c'entra, viene arrestato alla fine del '92. Eppure è finito invischiato anche nell'inchiesta sulla strage di via D'Amelio. Testimoni, poi sconfessati, hanno detto che fu tra i primi ad arrivare sul luogo dell'eccidio. È riuscito a dimostrare che era tutto falso, visto che era in barca con degli amici.

Qualche giorno fa è stato sentito come teste al processo di Caltanissetta sulla strage: «Mai saputo di contatti del Ros con Vito Ciancimino».

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